Centrali nucleari, no della Campania Il Pdl insorge: ricorso alla Consulta
NAPOLI (4 gennaio) – Il no della Campania
al piano per il nucleare del ministro per lo Sviluppo Economico Claudio
Scajola arriva dalla Finanziaria approvata nel cuore della notte dell’ultimo giorno dell’anno.
«In assenza di intese con lo Stato in merito alla loro localizzazione –
recita il comma 2 dell’articolo 1 del testo varato all’alba del 31
dicembre – il territorio della Regione Campania è precluso
all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica
nucleare, di fabbricazione e di stoccaggio del combustibile nucleare
nonché di depositi di materiali radioattivi».
Un no netto, dunque, alla realizzazione di quelle centrali con le quali
il governo pensa di risolvere il deficit energetico del Paese. Altre
regioni avevano trattato la materia opponendosi con un ordine del
giorno o con una delibera di giunta. Con un atto che ha forza di legge,
la Campania si pone alla testa delle regioni che si oppongono al
nucleare.
A proporre la norma è stata l’Italia dei Valori: «Abbiamo salvato la
Campania da un piano scellerato. Ora il governo – sottolinea il
presidente della commissione Bilancio Nicola Marrazzo dell’Idv – deve
concordare le sue scelte con la Regione, mentre prima poteva fare ciò
che voleva. Con questa legge abbiamo piantato un paletto forte e
resistente. Se non bastasse – aggiunge – abbiamo depositato i quesiti
alla Corte Costituzionale per promuovere un referendum abrogativo. In
Campania – conclude – non c’è spazio per il piano Scajola, pensato solo
per far piacere ai grandi produttori di energia».
D’accordo il capogruppo di Sinistra e Libertà, Tonino Scala: «Il Sud ha
il sole per trecento giorni all’anno – è la tesi – e ancora oggi non
riusciamo a valorizzare la maggiore risorsa di cui godiamo. Il piano di
Scajola è inapplicabile mentre basterebbe un programma di seri
incentivi per rendere autosufficienti molte abitazioni grazie alle
energie alternative».
L’approvazione della norma ha suscitato le proteste del Pdl che è
insorto contestando la legittimità della norma: «Quella parte della
Finanziaria – annuncia il leader dell’opposizione Franco D’Ercole –
potrebbe essere impugnata dal governo in quanto la scelta sul nucleare
risponde ad una scelta strategica nazionale che è sottratta alla
competenza regionale. Da parte nostra abbiamo contestato duramente la
norma promossa dall’ Italia dei Valori con un emendamento che è stato
bocciato».
Per il Pdl si tratta di una scelta sbagliata per una regione che ha un
forte deficit energetico. «Noi non diciamo – sottolinea D’Ercole – che
in Campania debbano necessariamente farsi le centrali, ma affermare il
principio che la Campania non può autorizzare l’installazione di
centrali nucleari può comportare il rischio di rimanere a secco di
energia».
Più duro Fulvio Martusciello che preannuncia il ricorso alla Consulta:
«Abbiamo provveduto – sottolinea un altro consigliere regionale del Pdl
Fulvio Martusciello – a segnalare l’incostituzionalità al ministro
competente. La verità – conclude – è che c’è chi vorrebbe una Campania
anni ’50 isolata dal resto del Paese».