Certificati medici falsi: fino a 5 anni di carcere!
La stretta sui fannulloni e sui dipendenti pubblici scorretti
prevede come punizione anche il carcere. E’ quanto si legge nel testo
del decreto legislativo sull’ottimizzazione della produttività del
lavoro pubblico voluta da Brunetta. Per le false certificazioni è
prevista una sanzione anche penale che può arrivare alla “reclusione da
uno a 5 anni” oltre alla “multa da 400 a 1.600 euro”. Stessa
sanzione anche per il medico che concorre al falso.
Il
provvedimento è online sul sito del dicastero (www.innovazionepa.it) e
prevede all’articolo 7 che non sia solo il dipendente, nel caso di
false attestazioni, ad essere punito (fino al licenziamento e alla
sanzione penale) ma anche il medico disonesto.
Nel caso di “certificati medici non veritieri da parte di pubblici
dipendenti” – oltrechè di “attestazioni non veritiere di presenze” – si
prevede anche la fattispecie autonoma di reato contemplata all’articolo
640 del Codice Penale pure per chi ha stilato il documento.
L’articolo si riferisce al reato di truffa, con la reclusione da uno
a cinque anni poiché il fatto è commesso a danno dello Stato o di un
ente pubblico (oltre alla multa fino a 1.600 euro). Si procede
d’ufficio.
Brunetta, Berlusconi e i sindacati
”Io ho il
consenso degli italiani. Tra loro che sono 60 milioni e i 3,65 milioni
di dipendenti pubblici non ho dubbi, scelgo i 60 milioni”. Il ministro
Renato Brunetta, presentando il proprio libro Rivoluzione in corso
all’Unione Parmense degli Industriali, ha difeso così il decreto
legislativo sulla P.A. e i provvedimenti anti-fannulloni. ”Nessun mio
predecessore ha avuto il mio stesso consenso – ha sostenuto -. Io,
forse, me lo sono cercato più di altri, ma sono convinto che questo
fosse anche il momento giusto. L’Italia ha un gap di crescita del 30%
rispetto agli altri Paesi Ue ed è dovuto non ai lavoratori o alle
imprese ma al cattivo Stato, alla cattiva macchina burocratica”. ”La
mia riforma poi ha un pregio – ha detto – non produce stress, se non ai
fannulloni”.
Una riforma che Brunetta ha però dovuto forzare minacciando
dimissioni: ”La settimana scorsa ho usato il jolly. Comunque
Berlusconi è con me e a me basta. Posso fare a meno di tutti gli altri
ma non di Berlusconi”. I sindacati? ”Hanno provato in tutti i modi a
fermarmi e in fondo li capisco. Questa è comunque la fine dei
sindacati: sono formati per oltre il 50% da pensionati e per il resto
dal pubblico impiego. Invece non comprendo le burocrazie ministeriali:
ora presenterò un decreto – ha aggiunto – per fissare il tetto dei
salari ai manager e agli alti burocrati, così imparano”.