Cina: oggi firmata la Carta dei Diritti Umani
‘Piano d’Azione per i diritti umani (2009 – 2010)’ è il documento
ufficiale che sancisce le linee guida e le linee d’azione per l’applicazione e
la salvaguardia dei diritti umani, in Cina e a tutti i livelli. La ‘Charta sui
diritti umani’ è composta di 54 pagine suddivise in 5 capitoli che trattano di
Diritti Sociali, Culturali ed Economici; Diritti Civili e Politici; Diritti per
le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili; Educazione sui
diritti umani; Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti
umani.
La ‘Charta’ sembrerebbe una sorta di manifesto nazionale atto a far comprendere
come sarà la Cina nel prossimo futuro. Oltre alle teoria, nel documento c’è scritto
anche in modo pratico, come rispettare il documento. Tutto ciò potrebbe
apparire alquanto strano, ma dobbiamo ricordare la situazione storica e sociale
in cui si trova la Cina contemporanea, la vastità del paese, la moltitudine
delle culture esistenti e le diverse ‘velocità’ di sviluppo di intere regioni e
dunque, non sorprende il fatto che alle ‘enunciazioni di principio’, vengano
anche aggiunte le modalità pratiche per la loro applicazione.
La Charta nasce dalla cooperazione diretta di ben 80 tra dipartimenti
governativi ed organizzazioni non governative ed è una risposta diretta alle
richieste fatte nel
in
definizione della relazione tra governo cinese e suoi cittadini è molto
importante, in quanto al governo viene attribuito il compito di garantire a
tutti i cittadini uguali diritti, favorendo la sempre crescente partecipazione
dei propri cittadini, al miglioramento delle istituzioni in termini democratici
e la loro possibilità di essere coinvolti, ascoltati e poter supervisionare gli
apparati governativi. Un impianto democratico non ideologizzato, dove ‘socialismo’
appare una volta nell’introduzione quale aggettivo associato alla
modernizzazione del paese, un documento semplicemente funzionale al
raggiungimento degli obbiettivi che la Cina contemporanea si prefigge: la
crescita economica e l’equilibrio sociale anche e soprattutto in questi momenti
di crisi internazionale. Con il pragmatismo che contraddistingue la Charta
cinese, l’apertura non poteva essere più attuale: il diritto del lavoro anche e
soprattutto in momenti difficili come questi, maggiori tutele e garanzie al
singolo lavoratore, dove, al riguardo, emerge il suggerimento di incentivare la
pratica affinché il datore di lavoro, quale garanzia dello stipendio dovuto,
lasci un deposito bancario a copertura.
Al lavoro segue la priorità per una sempre maggiore qualità della vita e il
garantire una vita decorosa a tutti, anche e soprattutto nelle aree più povere
e rurali. In linea con questo obbiettivo, è l’annuncio dei giorni scorsi
relativo alla gratuità della sanità Cina, entro il 2020, questione che fino ad
ora, tende a radicalizzare le profonde differenze sociali presenti nel paese.
Nella Charta, l’educazione rappresenta un aspetto fondamentale, sia quale
diritto inalienabile e priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale
diffondere, “disseminare”, la conoscenza dei diritti umani all’intera
popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso. Per quanto
riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che
l’individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso, con due
“forti” innovative sottolineature: no all’uso della tortura e “prudente”
applicazione della pena di morte. Al riguarda, nella Charta si parla di una
novità importante: il miglioramento della pratica “dei due anni sospensivi la
condanna stessa”, al termine dei quali, se non ci sono stati fatti rilevanti,
la condanna potrà essere commutata in altra pena. Questo rappresenta un segnale
importate, che conferma la volontà cinese di mettere un “freno” alla pratica
della condanna a morte, quale scelta per un nuovo ordinamento giuridico, in
grado di offrire maggiori diritti al singolo cittadino e la ricerca di pene
alternative a quella capitale.
La Charta Cinese stabilisce poi la libertà di religione per i propri cittadini
ed anzi, a sorpresa, incentiva il ruolo positivo dei gruppi religiosi, che
“possono contribuire alla armonia sociale e socio economica del paese”. Quasi
rivoluzionario invece il capitolo sul diritto di partecipazione, in quanto si
parla espressamente di “miglioramento del sistema parlamentare e di
miglioramenti del sistema elettivo”, qualcosa che sembra presagire nuove leggi
al riguardo. Per quanto riguarda invece i Media, la Charta cinese parla
espressamente del diritto di essere informati ed ascoltati, così come per le
agenzie stampa e i giornalisti, viene recepito il diritto di raccolta di
materiale e della critica pubblica. Sulla questione delle Minoranze Etniche,
ben
Cina, la Charta cinese parla chiaro: sono tutte uguali e lo stato ha il dovere
di proteggerle. Andando poi oltre gli intenti, per quanto riguarda le minoranze
tibetane ed uiguri, si sottolinea la necessità di un bilinguismo scolastico e
l’incremento degli istituti scolastici, così che entro il 2010, il 95% delle
popolazioni delle aree autonome etniche, possa avere un regolare percorso
scolastico, come il resto del paese. Le pari opportunità a tutti i livelli, è
un altro degli aspetti di rilievo presente nella Charta cinese, dove tra
l’altro, si sottolinea come le quote rosa “dovrebbero rappresentare il 50% sia
a livello governativo centrale che locale” e come non debba esistere alcuna
discriminazione a livello lavorativo e di accesso all’educazione per le donne. Disabili,
anziani e bambini hanno capitoli dedicati, nei quali emerge la crescente
attenzione per il lato umano delle persone, un’umanizzazione della società
cinese che non potrà che renderla sicuramente migliore. Per finire il capitolo
delle relazioni internazionali che modifica radicalmente gli scenari attuali:
da oggi infatti, la Cina intende far parte della comunità internazionale e
offre la propria collaborazione con le diverse organizzazioni internazionali
sul tema dei diritti umani, divenuti ora anche una sua priorità. La Charta
cinese pubblicata oggi è quindi un messaggio importante, innovativo, strutturato
e soprattutto meditato, capace di rendere migliore l’intero Paese, ma
soprattutto i rapporti fra tutti i Paesi della Terra.