Cina, via al censimento più grande del mondo
Dopo l’India, anche la Cina il prossimo mese inizierà a contare i suoi abitanti per quello che diventerà il censimento più grande del mondo. La complessità del progetto di identificazione indiano non sarà superata – il censimento indiano non si limita a contare le persone ma assegna a ogni singolo cittadino sopra i quindici anni un Unique Identity Number (UIN), un numero identificativo univoco di dodici cifre basato sulla combinazione di dati anagrafici e biometrici – ma il numero di persone rilevate dal censimento cinese sarà sicuramente maggiore. Secondo le ultime stime infatti la Cina oggi ha oltre 1,3 miliardi di persone, l’India circa 1,2. Dal primo al dieci novembre sei milioni di persone saranno inviate fin nei più remoti villaggi del paese per registrare tutte le persone che vivono in ogni abitazione. Quest’anno per la prima volta le persone verranno registrate a partire dal luogo in cui vivono e non a partire dal loro luogo di residenza originaria. Per l’anagrafe cinese infatti i cittadini si dividono in due categorie: urbani e rurali. Fino ad oggi anche quei cittadini che si erano spostati dalla campagna alla città hanno continuato a essere iscritti nei registri dei loro paesi d’origine e non nelle città in cui ormai vivono da anni. Il che finora ha ostacolato il loro diritto di accesso ad alcuni servizi di base come la sanità e l’educazione, che si vedrebbero riconosciuti più facilmente nel loro paese d’origine ma non nella città in cui si sono trasferiti. Feng Nailin, vicedirettore del gruppo che si occupa dell’organizzazione del censimento, ha spiegato al New York Times che una delle maggiori difficoltà nel condurre questa gigantesca operazione è anche legata alla tendenza sempre più diffusa fra le persone di non fornire i propri dati personali per paura di eventuali ritorsioni. «Le persone tendono ad essere sospettose», ha detto «hanno paura che le informazioni che danno possano essere usate contro di loro». Molte delle famiglie che hanno più di un figlio – e che quindi sanno di avere violato la regola del figlio unico imposta dal governo – temono che una volta scoperti saranno multati troppo duramente e quindi cercando di evitare di registrare i propri dati. Per ridurre queste reticenze le autorità di Pechino hanno deciso di incoraggiare le persone a registrare i loro figli in più di loro spontanea volontà, promettendo che in questo modo la multa da pagare sarà notevolmente ridotta.