Cisl, che riparta l’economia: salari più alti, modifica dell’età pensionabile
La Cisl
ha aperto oggi a Roma il suo XVI congresso federale. Nella sua
relazione, il segretario Raffaele Bonanni ha detto fra l’altro che
«l’impoverimento delle pensioni e i bassi salari sono una emergenza
nazionale. Rivendichiamo politiche di perequazione. I salari, in
termini reali, sono quasi fermi da dieci anni». Bonanni ha poi
affermato l’esigenza di una legge sull’azionariato da parte dei
lavoratori, ha chiesto meno tasse sui lavoratori e più tasse sui
capitali, ha ricordato che l’aumento dell’età della pensione per la
Cisl non è un tabù e ha detto sì al contratto unico, accusando poi la
Cgil di essere prigioniera della logica dello sciopero generale.
Democrazia economica.
La Cisl chiede che si giunga finalmente ad una legge: «Sulla
partecipazione dei lavoratori alla governance, agli utili e
all’azionariato collettivo è tempo che il Parlamento provveda ad
unificare le diverse proposte di legge di maggioranza e di opposizione
e giunga finalmente ad una legge in attuazione dell’articolo 46 della
Costituzione», ha detto Bonanni.
Meno tasse sul lavoro dipendente.
Bonanni ha poi lanciato la sua proposta sulla riforma del fisco: meno
tasse sul lavoro dipendente e le pensioni compensate da un riordino
delle imposizioni su capitali, con un aumento dell’aliquota al 20%, e
patrimoni.
Aumento età pensionabile e contratto unico.
Bonanni ha ribadito che per la Cisl l’aumento dell’età pensionabile
«non è mai stato un tabù». La condizione è che i risparmi servano «alla
tutela delle pensioni in essere e al miglioramento di quelle future dei
giovani che in gran parte corrono il rischio di percepire pensioni da
fame». Sul contratto unico «siamo aperti al dibattito sull’introduzione
del contratto unico purché in un contesto efficace di relazioni
sindacali e di tutele attive del lavoro, e con una progressività di
diritti e tutele riconducibili allo Statuto. Non vorremmo che con
l’invenzione elitaria confezionata in laboratorio del contratto unico
si volesse avallare la tesi sbagliata, da noi avversata, che la
precarietà del lavoro dipenda dalla flessibilità e dal numero delle
tipologie dei rapporti e non da una flessibilità non contrattata, mal
pagata e non tutelata».
La Cgil è stata «prigioniera della logica dello sciopero generale», ma
ora si deve voltare pagina e far ripartire il dialogo sul terreno del
fisco e della democrazia economica, ha poi detto Bonanni. La strategia
della Cgil, che ha portato alla manifestazione di aprile, ha messo «in
difficoltà» lo stesso Pd. «Riprendiamo, con una rinnovata reciproca
disponibilità alla mediazione e alla sintesi, un cammino unitario da un
impegno comune per un fisco finalmente giusto e per sviluppare la
democrazia economica! – ha detto Bonanni – Sicuramente torneremo ancora
ad un impegno comune. Non dovremmo perdere tempo! È il momento delle
scelte prima che i poteri forti si riorganizzano, mentre la politica
continua ad essere debole e il Governo, senza il vincolo della
mediazione sociale, potrebbe compromettere ulteriormente un nostro
ruolo riformatore».