Clonazione: c’è chi non crede sia possibile
«Francamente? Spero che questa notizia sia proprio ciò
che appare: la bufala di un imbecille». Docente di Biologia
all’Università di Milano Bicocca e direttore del Centro «Brain Repair»
di Terni, Angelo Vescovi non è certo uno che le manda a dire. Men che
meno a Panayotis Zavos che definisce un «cretino che sta cercando
soltanto pubblicità». Professore Vescovi, non crede che Zavos abbia
clonato embrioni umani? «Non fino a quando non pubblicherà dati e prove
scientifiche della sua presunta scoperta, che non possono essere
forniti da un documentario televisivo». Ma tecnicamente è possibile
clonare esseri umani? «Secondo le stime ufficiali l’efficienza di
clonazione è di 1 su 200 tentativi: per ottenere 14 embrioni
utilizzando materiale umano sarebbero necessari almeno 2800 ovociti,
praticamente impossibili da reperire. Zavos, infatti, sostiene di aver
utilizzato cellule di mucca alle quali ha poi sostituito il Dna con
quello umano. Quelli creati sarebbero dunque degli ibridi cioé
individui che hanno il 99% di patrimonio genetico dell’uomo e l’1%, il
Dna mitocondriale, dalla mucca. Ma come può una cellula umana
”comunicare” con un linguaggio ”bovino”? Non so se un individuo del
genere sia compatibile con la vita. Se lo fosse, sarebbe un concentrato
di alterazioni – un gran numero di malattie derivano dal cattivo
funzionamento dei mitocondri – e aberrazione: una mostruosità». Che
utilità può avere la clonazione umana? «Nessuna, assolutamente. Perché
anche l’idea folle che si possa ottenere un individuo identico a sé
stesso è del tutto sbagliata: non siamo fatti tutti di geni, il
patrimonio genetico viene riprogrammato dall’ambiente». Non crede che
questi annunci choc contribuiscano a rafforzare le paure di chi vede
sempre mostri, in agguato dietro la scienza? «Certamente. Gli annunci
eclatanti di scoperte pseudoscientifiche possono avere effetti
drammaticamente controproducenti per la scienza vera».