CNEL: rapporto sul ‘Mercato del lavoro 2010-2011’, è allarme disoccupazione
Il Rapporto sul “Mercato del lavoro 2010-2011” presentato dal CNEL, ripercorre, come ogni anno, i principali temi della fase congiunturale del mondo del lavoro e anche quest’anno è allarme disoccupazione. Dall’analisi contenuta nel Rapporto si evidenzia l’urgenza di spostare l’enfasi dalle politiche passive a sostegno del reddito dei lavoratori disoccupati verso misure che incentivino il rientro nel circuito produttivo dei lavoratori che hanno perso il posto. Il quadro macroeconomico del 2011, si legge nel documento, non garantisce una crescita tale da assecondare il recupero dei posti di lavoro persi durante la crisi e si è altresì fortemente aggravato il fenomeno dei Neet (not in education or training nor in employment), ovvero coloro che non risultano coinvolti nel mercato del lavoro ma che non stanno nemmeno impiegando il proprio tempo in un processo di formazione. Con la crisi la condizione di Neet è diventata anche più persistente, dal momento che la probabilità di un giovane di restare nella condizione di Neet è aumentata. Dall’analisi dell’andamento occupazionale secondo la dimensione territoriale il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro osserva che prosegue senza interruzione la caduta dell’occupazione nel Mezzogiorno con conseguente incremento dei trasferimenti di residenza nel Centro-Nord. Per quanto riguarda l’occupazione femminile, il suo andamento nel corso degli ultimi anni è stato più favorevole rispetto a quella maschile; la quantificazione riflette però essenzialmente effetti di composizione settoriale, visto che i settori dove l’occupazione è caduta in misura maggiore sono quelli dell’industria e delle costruzioni, dove inferiore risulta l’incidenza della manodopera femminile. In relazione agli immigrati, il Rapporto del Cnel sottolinea che nell’ultimo biennio la componente straniera è stata fondamentale nel contenere la contrazione dell’occupazione complessiva: tra il 2008 e il 2010 il numero di stranieri è infatti aumentato di 330 mila nuovi occupati, che hanno compensato parte del calo del numero di occupati italiani.