Colf e badanti: rischia il carcere fino a 6 anni datore di lavoro che dichiara il falso
Rischia il carcere da 1 a 6 anni chi presenta false dichiarazioni
per la regolarizzazione di colf e badanti. E’ una delle novità prevista
dall’emendamento del governo per la regolarizzazione di questo tipo di
lavoratori presentato al decreto anti-crisi in discussione nelle
commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Il costo della
regolarizzazione che può essere richiesta da datori di lavoro è di 500
euro per ciascun lavoratore.
Alla Camera è approdato oggi
anche l’atteso emendamento su colf e badanti, presentato dal Governo e
dai relatori, per regolarizzare le posizioni dei collaboratori
domestici che lavorano irregolarmente in Italia. Dal primo al 30
settembre 2009 il datore di lavoro che ha alle proprie dipendenze
irregolarmente da almeno tre mesi collaboratori domestici può
dichiarare “la sussistenza del rapporto di lavoro”, all’Inps se il
lavoratore è un cittadino italiano o dell’Unione europea, oppure nel
caso di un lavoratore extracomunitario allo sportello unico per
l’immigrazione.
E’ previsto un “contributo forfetario di 500 euro per ciascun
lavoratore”, non deducibile ai fini dell’imposta sul reddito. Tra i
requisiti presenti nell’emendamento, c’è quello del reddito del nucleo
familiare, “non inferiore a 20.000 euro annui in caso di famiglia
composta da un solo soggetto percettore di reddito” e “non inferiore a
25.000 euro annui in caso di nucleo familiare composto da più soggetti
conviventi percettori di reddito”.
La norma si estende a un solo lavoratore per famiglia, e a due
lavoratori per le famiglie con componenti affetti da patologie o
handicap “che ne limitano l’autosufficienza”. Quanto alla tempistica,
non è stata definita. Sarà infatti lo sportello unico per
l’immigrazione a convocare le parti, una volta verificata
l’ammissibilità della dichiarazione. Dalla data di entrata in vigore
della legge, specifica l’emendamento, fino alla conclusione dle
procedimento saranno sospesi i procedimento penali e amministrativi
contro datore di lavoro e lavoratore.