Combattiamo le Ingiustizie della Giustizia
Una causa per danni è stata avviata contro il ministero della Giustizia da un avvocato di Napoli, Angelo Pisani, a causa dell’assoluta inefficienza, dei disservizi e degli enormi ritardi che soffocano l’ufficio dei giudici di pace del capoluogo campano.
L’atto di citazione è stato notificato al legale rappresentante del ministero della Giustizia, il ministro Roberto Castelli. La prima udienza è fissata il 20 dicembre, “ma già a questo proposito – sottolinea l’avvocato Pisani – il ministro sarà costretto ad accorgersi che l’ufficio dei giudici di pace non funziona: quella data slitterà di mesi e ciò basterebbe a dimostrare i danni causati dall’inefficienza”. Nell’atto di citazione l’avvocato offre uno spaccato dei disservizi: le cancellerie non riescono a smaltire il lavoro e, a Napoli, per ottenere le copie di una sentenza, o anche soltanto riuscire a farsi restituire la documentazione che gli stessi avvocati hanno depositato nel corso delle cause bisogna aspettare anche un anno. “Il paradosso – continua Pisani – è che pagando i diritti di urgenza ‘bastano’, si fa per dire, 5 mesi”. Tutto questo impedisce l’esercizio dei propri diritti: non riuscendo ad avere le copie delle sentenze non è possibile presentare appelli, ricorsi, e soprattutto non possono essere messe in esecuzione. Questo vuol dire che un creditore che ottiene dal giudice una sentenza necessaria a riscuotere il suo credito, dovrà in realtà aspettare ancora uno o due anni soltanto per cominciare l’esecuzione. Insomma, le inefficienze si traducono in una negazione della giustizia: e questo rappresenta una violazione delle norme costituzionali e comunitarie.
“Facile immaginare – osserva l’avvocato nella citazione – come tutto questo incida negativamente sull’immagine professionale dell’avvocato, sui rapporti con il cliente, provocando danni non solo morali, ma anche patrimoniali”. “Fin dal 1999 – spiega Pisani – la Cassazione ha affermato, con una sentenza storica per i consumatori, che i cittadini hanno diritto a ottenere la risarcibilità del danno causato da comportamenti, anche omissivi, della pubblica amministrazione. A Napoli ci troviamo di fronte ad un caso emblematico: nonostante le proteste, le sollecitazioni, le circolari, gli incontri, i convegni, i dibattiti, le commissioni di studio, la situazione della giustizia civile, e in particolare degli uffici dei giudici di pace, è da terzo mondo e la responsabilità non può che essere del ministero. Ma alla responsabilità politica, sulla quale non tocca ai giudici decidere, si aggiunge la responsabilità giuridica: chi rompe paga, e il sistema giustizia non è semplicemente rotto: è distrutto”.