COMITATO SALVA REFEZIONE: denuncia il tuo scandalo!
Piccoli angeli, bimbi delle scuole materne e delle scuole primarie rimasti ormai senza mensa scolastica. E il Comune ancora non si attiva per il pagamento del personale Ata, addetto alla refezione. Intanto per i ritardi dei pagamenti, a rimetterci non sono solo gli addetti ai lavori, ma anche quelle povere anime innocenti, che non ricevono più il pranzo a scuola. Problema che riguarda soprattutto i genitori dei bambini, i quali messi alle strette dalla crisi economica che il Paese sta attraversando sono costretti a lavorare in due e per tutto il giorno, affidando i loro figli ad una scuola che ‘dovrebbe’ funzionare o quanto meno dovrebbe garantire il diritto alla refezione e allo studio. Cosa che non avviene nella maggior parte delle scuole materne e primarie del Vomero. Infatti, sono già state raccolte più di mille firme tra genitori e sostenitori della protesta, firme che sono state raccolte nel documento redatto dai genitori degli alunni iscritti al 36° Circolo Didattico, al Vomero, per denunciare la gravità delle problematiche connesse alla mensa scolastica.
«Siamo pronti ad attivarci come Associazione – dichiara l’avvocato Angelo Pisani, Presidente Nazionale dell’associazione Noi Consumatori.it -, ma soprattutto come membri della collettività, affinché sia ristabilito il diritto alla refezione e l’equiparazione della spesa per il personale Ata. Il problema della mensa scolastica – continua l’avvocato Angelo Pisani – non deve assolutamente essere sottovalutato, né tantomeno bisogna cercare soluzioni assurde quali la mensa interrotta, cioè il blocco della refezione col recupero delle ore nel sabato scolastico oppure il rientro, cioè l’interruzione delle ore scolastica, per breve pausa-pranzo a casa e poi ritorno a scuola. A mio avviso – commenta Pisani -, ciò non solo è assurdo, ma provocherebbe uno stress psico-fisico nel bambino che solo a pensarci sa di vera e propria violenza! L’unica via d’uscita per la risoluzione del problema è la tutela del diritto alla refezione e allo studio attraverso l’erogazione degli stipendi al personale addetto alla mensa nel più breve tempo possibile».
Il 19 ottobre, intanto, è previsto l’avvio della refezione in tutte le scuole del Vomero, ma non è assicurato il pagamento destinato al personale Ata, addetto alla mensa. Se ciò non dovesse avvenire, le famiglie dei bimbi si dichiarano «pronte a impegnarsi in class action contro gli uffici locali di competenza».
«Noi come Associazione a tutela delle famiglie e dei contribuenti – conclude il Presidente Nazionale dell’associazione Noi Consumatori.it – ci uniremo alla protesta e metteremo a disposizione i nostri legali affinché si dica BASTA a questa politica Darwiniana, dove il pesce il più grosso mangia sempre il più piccolo e il piccolo, in questo caso, è un gruppo di bimbi innocenti delle materne e delle primarie ai quali è negato il diritto alla refezione scolastica. Invitiamo tutte le famiglie degli alunni in questione a segnalarci gli scandali che ancora una volta siamo costretti a subire, a segnalarci le indecenze che adesso stanno toccando anche ai nostri figli. Diciamo BASTA e ci ribelleremo, perché giocare così con il diritto dei più piccoli è come sparare sulla croce rossa: prendersela con le persone più buone e indifese di questo mondo è a dir poco una vergogna!» ha commentato infine il Presidente di Noi Consumatori.it .
Denuncia il tuo scandalo:
indirizzo: 80129 NAPOLI – Piazza Vanvitelli, 15
sito: www.noiconsumatori.it
mail: [email protected]
recapito telefonico: 081 556 77 77
sms: 333 71 76 353
salva refezione Condivido in pieno tutto ciò che è scritto e ribadisco che non è possibile pensare che si possa modificare un orario scolastico che è stato accettato all’atto dell’iscrizione e in base al quale le famiglie si sono organizzate. l’idea di rimandarli a casa per il pranzo mis embra partorita da qualcuno che non abita in questa città e che non vive nel mondo reale. Un o dei motivi per cui mia figlia pranza a scuola è l’impossibilità di andarla a prendere alle 13.10 come potre fare se non solo dovessi andarla a prendere, ma anche farle trovare un pasto caldo a casa e riaccompagnarla? Il tutto tenendo presente che non ho la scuola sotto casa. La maggior parte delle famiglie che conosco continuano a fare affidamento sui nonni, ma non credo che questa sia una soluzione da società civile.Perchè dobbiamo essere sempre cittadini di serie "promozione" potremmo almeno divenire serie "D"? Grazie dell’opportunità datami. Sono disponibile a firmare qualsiasi appello e ad adottare forme di agitazione se necessario.