Commercio estero, Istat: A maggio export extra-Ue +3,2%
Nel mese di maggio 2013, rispetto al mese precedente, le esportazioni verso i paesi extra-Ue crescono del 3,2%, mentre le importazioni registrano una diminuzione dell’1,3%. La crescita congiunturale dell’export interessa l’energia (+20,3%), i beni strumentali (+8,2%) e, in misura molto più lieve, i beni di consumo non durevoli (+0,5%). I beni di consumo durevoli (-3,6%) e i prodotti intermedi (-2,7%) sono invece in calo. Dal lato dell’import la flessione congiunturale coinvolge i prodotti intermedi (-4,0%) e l’energia (-3,3%), mentre i beni strumentali (+7,0%) e i beni di consumo (+0,6%) si presentano in crescita.
Nell’ultimo trimestre la contenuta flessione congiunturale delle esportazioni (-0,2%) è determinata dall’energia (-13,7%) e dai prodotti intermedi (-2,2%). Nello stesso periodo, la significativa flessione congiunturale degli acquisti dall’estero (-5,4%) è spiegata dalla forte contrazione dell’import di energia (-10,1%) e dei prodotti intermedi (-5,0%). Il lieve aumento tendenziale delle esportazioni (+0,7%) coinvolge tutti i principali comparti, eccetto l’energia (-21,3%) e i prodotti intermedi (-2,9%). Le importazioni registrano invece una marcata e diffusa flessione tendenziale (-15,5%), con cali particolarmente rilevanti per l’energia (-26,2%).
A maggio 2013, il surplus commerciale con i paesi extra Ue è pari a 3,0 miliardi di euro, in forte espansione rispetto all’avanzo di 341 milioni dello stesso mese del 2012. Questo risultato è determinato da un incremento di 1,2 miliardi dell’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici e da una riduzione di 1,4 miliardi del deficit energetico. Nei primi cinque mesi del 2013 il saldo commerciale con i paesi extra Ue è pari a +5,5 miliardi a fronte di un disavanzo di 6,7 miliardi nello stesso periodo del 2012.
I mercati più dinamici all’export sono: Giappone (+19,9%), Russia (+14,2%), Mercosur (+11,9%), Asean (+11,5%) e Cina (+10,9%). Svizzera (-15,7%) e Stati Uniti (-5,6%) sono invece in marcata flessione. La diminuzione delle importazioni è particolarmente rilevante dai paesi Opec (-40,5%), dai paesi Mercosur (-16,2%) e dalla Cina (-15,5%). (Articolo e foto: LaPresse)