Comune di Napoli, obiettivi e sprechi Un milione e 200mila euro di incentivi
C’è il raddoppio del valore dei buoni
mensa da 5,20 a 10,40 euro. Con un incremento di spesa annua di 15
milioni. Ci sono centomila euro da destinare al gruppo di dipendenti
che lavorerà «all’incremento delle entrate proprie e interventi per
migliorare i flussi di cassa dell’ente».
Ovvero un incentivo a chi già per mestiere e stipendio dovrebbe
impegnarsi perché il Comune riscuota quello che gli spetta. E ancora:
centomila euro per il «sistema di azioni in materia di welfare di
contrasto agli effetti della crisi economica globale». Vale a dire che
si spenderanno 200 milioni di vecchie lire per capire come mai c’è la
crisi economica e dove reperire soldi per aiutare i più poveri. Non
sarebbe meglio darli – questi soldi – direttamente a chi soffre? Poi ci
sono ben 140mila euro per «lo sviluppo della società dell’informazione»
che a Palazzo San Giacomo nessuno ha la minima idea di cosa sia.
Sono alcune chicche che si possono cogliere fra i 19 obiettivi
strategici individuati dal Comune alla voce «progetti di produttività»
che quest’anno valgono un milione e duecentomila euro. Da pescare
nell’ambito dei circa 80 milioni di cui si compone il «fondo risorse
decentrate», il cosiddetto «salario accessorio». Si tratta dei soldi
che servono per pagare straordinari, indennità di posizione, indennità
di rischio e tutte le altre voci di cui si compone lo stipendio
dell’esercito di lavoratori di Palazzo San Giacomo, più o meno 12mila
persone.
La proposta del Comune (protocollo 1472 della direzione centrale
funzione pubblica del 2 ottobre) ai dipendenti è oggetto in queste ore
di trattativa; i sindacati – come è nel gioco delle parti – chiedono di
più. L’amministrazione vorrebbe scendere dagli 81 milioni del 2008 a
circa 78 per l’anno in corso. Ma milione più, milione meno lo schema
non si tocca. Il senso è che per ottenere risultati migliori
l’amministrazione punta sui «progetti di produttività», la stessa leva
che fu utilizzata per gonfiare gli stipendi all’epoca dell’omonimo
scandalo per il quale decine di dirigenti di Palazzo San Giacomo sono
già stati condannati o sono in attesa di giudizio.
Anche all’epoca furono fissati «obiettivi strategici» da centrare per
avere i soldi, solo che il denaro fu distribuito a pioggia senza nessun
controllo sul risultato.
Poi la questione ticket. Per i dipendenti comunali «l’amministrazione
ritiene che l’attuale valore dei ticket non sia in linea con l’aumento
del costo della vita degli ultimi anni e propone di aumentarne fino a
raddoppiarlo da 5,20 a 10,40 euro». Mica una cosa di poco conto. Perché
si passerebbe da una spesa di circa 15 milioni a 30.
Ma cosa intende fare Palazzo San Giacomo per controllare che i
dipendenti siano realmente fedeli? Un altro «progetto di produttività».
Valore 90mila euro che serviranno per «l’implementazione del servizio
del sistema dei controlli interni». Come dire che il controllato e il
controllore sono identificati nella stessa persona giuridica e
amministrativa. Maggiore controllo il Comune intende esercitarlo
attraverso anche altri modi. Per esempio ai progetti di produttività
accederanno solo quei dipendenti riconoscibili attraverso il passaggio
del badge nell’apposita macchinetta marcatempo. Il punto è che non in
tutti gli uffici ci sono i marcatempo.
In tema di produttività e di studi particolari spicca un bando dal
valore di 160mila euro per l’istituzione di un «Osservatorio sui nuovi
stili di consumo con annessa unità mobile per la ricerca – azione dei
consumi di sostanze psicoattive nei contesti ricreativi». Giova
ricordare che Napoli è riconosciuta dai magistrati e dagli
investigatori di tutto il mondo nonché dalla commissione antimafia del
Parlamento quale piazza dello spaccio internazionale.