Condannato per stupro per un massaggio ai piedi
Il massaggio plantare costituisce condotta
penalmente rilevante e ha la stessa valenza di uno stupro se fatto
dapprima con le mani e poi col pene al solo fine di soddisfare gli
istinti dell’agente. Tanto più se compiuto su una ragazza non ancora
maggiorenne.
Il fatto
La Cassazione, con la pronuncia
n. 7122, non lascia nessun alibi ad un ventiseienne romano che, in
trasferta in una spiaggia palermitana si era avvicinato a una ragazza
minorenne sdraiata a prendere il sole insieme a un’amica offrendole un
massaggio e, sordo al rifiuto di lei, aveva iniziato a toccarle i piedi
prima con le mani e poi con il pene.
Il 26 enne, indagato, era stato
arrestato con un’ordinanza del Tribunale di Palermo, senza la
concessione di alcuno sconto e anzi con l’aggravante del «pericolo di
fuga» essendo in procinto di ritornare nella capitale.
La Corte
Suprema ha convalidato l’arresto per violenza sessuale nei confronti
del giovane indagato per il reato punito dall’ art. 609 bis c.p.
Esigenze cautelari e tentata difesa
I
giudici con l’ermellino hanno respinto qualunque difesa, compresa
l’argomentazione in base alla quale l’erotismo al piede non
costituirebbe «atto sessuale nè condotta tale da richiedere le esigenze
cautelari tanto più che il pene era “accidentalmente” uscito dal
costume».
La Cassazione ha respinto la difesa e ha concordato con il
Tribunale circa la concreta sussistenza delle esigenze cautelari e il
pericolo di reiterazione di reati della stessa specie desumibile dalla
condotta concretamente realizzata e dalla personalità dell’ agente,
particolarmente abile nell’avvicinarsi alla ragazza e approfittarne,
oltre che incapace di reprimere i propri istinti sessuali.