Confartigianato, le donne scelgono il lavoro autonomo
Si svolgerà, anche quest’anno, a
Roma nei giorni 20-21 ottobre 2010 presso il Centro Congressi Caprinica
la XII Convention
di Donne Impresa. “Donne e Crescita – Welfare to work: dall’idea all’impresa”. Questo
il titolo della due giorni, che si pone l’obiettivo di individuare strategie
per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, fornendo una risposta
concreta anche in termini di welfare.
Da una ricerca dell’ “Osservatorio
Confartigianato donne impresa” risulta che, in Italia, le donne imprenditrici e
lavoratrici autonome sono davvero tante, precisamente, un milione 482.200
contro il milione 340.900 della Germania e il milione 168.300 del Regno Unito. Insomma
un vero primato quello italiano. Ma perché le donne scelgono di mettersi in proprio?
<<Il lavoro autonomo è più flessibile, ci si può organizzare meglio,
spiega la presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria , Federica
Guidi. Ecco perché molte donne provano ad entrare nel mondo del lavoro
attraverso quest’altra porta>>. Le italiane, continua Guidi,
<<hanno una maggiore attitudine a mettere a frutto il titolo di studio,
che spesso è più elevato rispetto a quello degli uomini. Poi però si presenta
il nodo della famiglia , dell’assistenza ai bambini a agli anziani: l’Italia
continua a soffrire di insufficienti politiche conciliative>>. I dati del
primo trimestre 2010, dice il rapporto, ci presentano un Mezzogiorno dove l’occupazione
femminile è ferma. Due donne su tre sono inattive contro la media nazionale che
è di una su due. E a Napoli il livello di inattività è uguale alla Turchia. Il
dato preoccupante è che le donne italiane sono le più inattive dopo le maltesi.
Significa che non solo non hanno lavoro ma rinunciano a cercarlo. Rispetto all’Europa
il nostro tasso di inattività è fermo a quello europeo del 1987. << Lo
sviluppo economico e la ripresa economica giocano anche su questo punto. L’inattività
femminile è un danno grave non solo per le donne ma per tutto il Paese>>,
sottolinea la sociologa del lavoro Adriana Siognorelli.