CONFERMATO: IN ITALIA LE TASSE SULLE IMPRESE PIU’ ALTE D’EUROPA
Il nostro Paese è al 137esimo posto su
189 economie del pianeta per la pressione fiscale sulle imprese. Il dato è contenuto nella classifica
“Paying taxes 2016“, il
consueto report su tasse e imprese realizzato da Pricewaterhouse Cooper e dalla Banca Mondiale. «Una situazione – tuona il presidente di NOI CONSUMATORI Angelo Pisani – che pesa come un macigno su qualsiasi speranza di ripresa vera della nostra economia. E ben poco ci consola il fatto che rispetto allo scorso anno l’Italia abbia guadagnato una misera posizione, visto che il suo carico fiscale resta il più alto d’Europa».
Ed è proprio questo il dato che sconcerta: dopo una crisi globale durata oltre otto anni, nonostante le promesse dell’esecutivo in carico abbiamo ancora questo triste primato.
Le variabili prese in considerazione
dall’indagine internazionale, in realtà, riguardano non solo la pressione fiscale, ma anche numero di adempimenti, tempo necessario
per effettuarli e numero di versamenti obbligatori. In una parola: la burocrazia, altro mostro che affama l’Italia e non accenna a ridursi.
Ma andiamo più nel dettaglio sui numeri del Rapporto. Il carico fiscale complessivo in Italia è pari al 64,8% dei profitti commerciali, mentre la media mondiale è del 40,8%, ed è il più alto d’Europa, seguito da quello
francese (62,7%) e belga (sotto il 60%).
Gli adempimenti fiscali
a carico delle imprese italiane sono in media 14 l’anno (nel 2014 erano 15) contro i 25,6 a livello globale
e gli 11,5 in Europa. Addirittura nel nostro Paese un’impresa impiega 269 ore all’anno per
tali adempimenti, contro una media internazionale di 261 e una europea di
173 ore. Ma la voce che pesa di più resta la componente lavoro, mentre sul numero di pagamenti al primo posto ci sono le tasse diverse da quelle sugli utili e sul lavoro.