Confesercenti: crisi ha bruciato 100 mld di reddito per i consumi
Roma, 15 apr. (TMNews) – “La crisi ha bruciato quasi 100 miliardi di reddito disponibile per i consumi. Recessione e pressione fiscale continuano a distruggere redditi, lavoro e imprese. Occorre voltare pagina al più presto”. Così, il presidente di Confeserenti, Marco Venturi, intervenendo a conclusione dei lavori dell’assemblea provinciale di Firenze, ha sostenuto la necessità che “si volti al più presto pagina per evitare che il 2013 si caratterizzi come l’ennesimo anno di dura recessione che sta distruggendo redditi e lavoro di famiglie e imprese”.
Secondo Venturi “siamo in presenza di un buco enorme caratterizzato dalla caduta dei consumi e del risparmio che ha molte ragioni, tra le quali però spicca l’aumento micidiale del prelievo fiscale. Quasi 100 miliardi in meno a disposizione dei redditi sono una mazzata al mercato interno i cui effetti peseranno a lungo”. Il presidente di Confesercenti ha spiegato che “a questo dato va aggiunto il fatto che da cinque anni latitano provvedimenti di alleggerimento significativo del carico fiscale su famiglie e imprese, mentre soprattutto i tributi locali, tra addizionali e Imu, hanno svuotato e svuoteranno ancor di più le tasche degli italiani. Lo scenario che abbiamo di fronte purtroppo non è dei più confortanti: i risultati elettorali sommati alla crisi rischiano di far saltare il sistema Italia”.
Venturi ha aggiunto che “non sta a noi indicare la soluzione dello stallo politico e istituzionale, ma non possiamo non sottolineare la necessità urgente di poter disporre in questa fase difficile di un governo forte e coeso, in grado di decidere come intervenire per sostenere imprese e lavoro, per agganciare il treno della crescita e per rendere il nostro paese più giusto, più vivibile, più innovativo e più competitivo. E tutto questo va fatto con un forte coinvolgimento delle forze sociali”.
Confesercenti ha avanzato anche una proposta alle forze politiche per “cambiare rotta”, che si basa su un “coraggioso taglio della spesa pubblica improduttiva” e dei “moltissimi sprechi che potrebbe fornire in modo diretto e indiretto risorse per 70 miliardi di euro”. Solo riducendo “in modo chiaro e forte la spesa pubblica – ha detto Venturi – si potrà intervenire in modo tangibile su Irpef, Imu e Irap per dare sollievo a famiglie e imprese. Va bloccato, in un periodo di consumi al collasso, l’inaccettabile aumento della aliquota Iva al 22% prevista per luglio che deve invece tornare indietro all’originario 20%”.
“Se non si esce da questo pericoloso immobilismo si perderanno, nei soli nostri settori, altre 60mila imprese, aggravando un bilancio che evidenzia una vera e propria ecatombe di Pmi avvenuta negli anni della crisi”. A lanciare l’allarme è il presidente di Confeserenti, Marco Venturi, concludendo i lavori dell’assemblea provinciale di Firenze. Dall’inizio della crisi c’è stato un “tracollo” del reddito disponibile delle famiglie che ha toccato nel 2012 “picchi vertiginosi”, ha detto. La perdita di reddito riflette in larga parte la caduta dell’occupazione, ma è anche la conseguenza di misure che hanno condizionato le dinamiche economiche.
L’entità della perdita complessiva è ben rappresentata sia dal Pil (quasi 103 miliardi in termini reali) che dalla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie (94 miliardi) con un taglio reale di quasi 4mila euro per nucleo: in valori assoluti l’erosione di redditi e spesa delle famiglie è impressionante. Nel 2007 il potere d’acquisto delle famiglie si attestava in termini reali a 987.314 milioni di euro. Nel 2010 è sceso a 944.391 e nel 2012 calato a 893.129 (con una perdita di poco più di 94 miliardi di euro).
Nello stesso periodo, i redditi da lavoro autonomo hanno mostrato una contrazione di quasi 22 miliardi. La spesa delle famiglie ammontava nel 2007 a 863.100 milioni di euro per ridursi a 855.357 e nel 2012 a quota 819.812 (con una flessione di oltre 43 miliardi di euro). Calo dell’occupazione, riduzione del reddito e aumento del prelievo fiscale si sono tradotti in una decelerazione dei consumi: oltre 43 miliardi in termini reali, vale a dire un ridimensionamento di 1800 euro per ciascuna famiglia”.