Confindustria: allarme disoccupati La Cgil: un miliardo di ore di Cig
ROMA – Un miliardo di ore di cassa integrazione
(ordinaria e straordinaria) autorizzato tra l’ottobre 2008 e il
dicembre 2009. Sono queste le cifre rilevate dal rapporto sulla Cig
del 2009 stilato dall’osservatorio sulla cassa integrazione della
Cgil. La colpa, della crisi che in poco meno di un anno avrebbe
portato all’autorizzazione di 634.699.339 ore di cassa integrazione
ordinaria e 370.384.779 ore di straordinaria: per un totale di
1.005.084.118 ore complessive.
La crisi economica, e la crisi della
disoccupazione. Sono i due fattori, strettamente
correlati, che concorrono a spiegare l’ammontare di ore di cassa
integrazione registrate per l’anno 2008-2009, in Italia. Ore che
hanno coinvolto un numero di lavoratori che, colcolando un livello
medio di ricorso alla cassa pari a 25 settimane, ha superato il
milione. E dal rapporto della Cgil emerge anche che per questo
milione di lavoratori i riflessi della loro condizione sul reddito
sono stati molto pesanti. In altre parole “ogni lavoratore che ha
usufruito della cassa integrazione (ordinaria o straordinaria) per
5 mesi, ha perso tra i 3.000 e i 3.500 euro”.
La classifica per regioni. Nella classifica del
maggior ricorso alla cassa integrazione ordinaria vincono le
regioni del centro-nord: la Lombardia con 182.107.335 ore, per un
aumento del 627%, l’Emilia Romagna che registra un più 813%,
l’Abruzzo (più 618%), il Piemonte (più 532% ), il Veneto (più 567%)
e le Marche che registra un più 482%. Ironia della sorte, queste
regioni – spiega il rapporto – “sono anche quelle che hanno una
struttura industriale più consistente, mentre nelle altre,
soprattutto per le regioni del mezzogiorno, lo spessore della crisi
si evidenzia con altri indicatori”.
I sindacati alzano la voce. I dati destano la
preoccupazione dei sindacati, che alzano la voce. “L’alto ricorso
alla Cig – fa notare Susanna Camusso, segretaria confederale della
Cgil – ha rappresentato nello stesso tempo una difesa dagli effetti
della crisi produttiva ma anche il risultato di una crisi profonda
che ha investito il nostro apparato produttivo”. Una crisi che per
la dirigente sindacale “non è affatto superata, anche se siamo in
presenza di una ripresa minima degli ordinativi almeno sulle
esportazioni mentre permane un forte segnale negativo dettato
dall’assenza di investimenti in macchine utensili e strumenti da
parte delle imprese”. E c’è di più. Nelle ultime settimane,
infatti, si registrano “aumenti indiscriminati delle richieste di
licenziamenti da parte di molte grandi aziende che, pur potendo
agire diversamente, approfittano invece della della
situazione”.
L’allarme di Confindustria. Anche il centro studi
di Confindustria lancia l’allarme disoccupazione: “A dicembre
infatti il tasso di disoccupazione in italia è stato dell’8,5%
contro il 10,0% nell’area euro”. In altre parole, “includendo tra i
disoccupati l’equivalente di forza lavoro delle ore erogate di Cig,
il dato italiano sale a 10,1% in linea con quello europeo”. Il
centro studi di Confindustria parla chiaro: “Il trend resta
ascendente: a dicembre la percentuale di imprese che si attendeva
una riduzione del numero di addetti (28,6%) era ancora nettamente
superiore a quella che prevedeva un incremento (9,7%), benché si
fossero stabilizzate le opinioni sulle condizioni operative
aziendali”. Niente di nuovo dunque. Già ieri infatti i dati
dell’Istat e di Eurostat segnalavano una crescita
all’8,5% dei senza lavoro. Cifre record dal 2004.