Confindustria, Squinzi: «Sulle imprese gravano zavorre intollerabili»
Non usa mezze parole il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi,
nel suo primo discorso all’assemblea pubblica dell’associazione
all’Auditorium Parco della Musica a Roma. Sulle imprese gravano «zavorre
intollerabili», ha sottolineato. Si tratta, spiega, non soltanto del
carico fiscale ma anche di una burocrazia che «per i soli adempimenti ci
costa 45 miliardi in più rispetto ai migliori esempi nel resto
d’Europa» e di un costo dell’energia elettrica più alto in media del 30%
rispetto agli altri paesi europei. In prima fila, tra gli altri, i
presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, il
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, i
ministri Corrado Passera e Filippo Patroni Griffi, il viceministro
dell’Economia Vittorio Grilli, il vicepresidente della Commissione
Europea, Antonio Tajani, oltre al presidente uscente di Confindustria,
Emma Marcegaglia.
RIDARE FIDUCIA – «Fare
l’imprenditore in Italia non è mai stato un mestiere facile. Oggi è
diventata una sfida temeraria. La bassa crescita dell’Italia è
determinata soprattutto dalla difficoltà di fare impresa», ha detto
ancora Squinzi. «Se la riforma delle pensioni è stata severa, ma
necessaria, la riforma del mercato del lavoro appare meno utile alla
competitività del Paese e delle imprese di quanto avremmo voluto». Poi
un passaggio sulla crisi esplosa negli Usa nel 2007 che «ha prodotto
danni più gravi in Italia che nella maggioranza degli altri paesi» ora
«dobbiamo fermare questa emorragia. Dobbiamo ridare speranza».
«STATO FACCIA SACRIFICI COME ITALIANI»–
Molti gli applausi, soprattutto in un passaggio sui tagli alle tasse.
Squinzi ha detto: «Gli italiani stanno sopportando grandi sacrifici e
non capiscono perchè l’azienda Stato non possa risparmiare» come fanno
imprese e famiglie. Poi nel discorso del neopresidente non è mancato un
riferimento al suo predecessore, Emma Marcegaglia. Raccogliendo il
testimone «di donna coraggiosa e appassionata», Squinzi ha detto: «Cara
Emma i tempi della tua presidenza sono stati molto duri, ma tu sai bene
che i miei lo saranno ancora di più».
GRAZIE A NAPOLITANO –Da
Squinzi è arrivato anche un «significativo ringraziamento» al capo dello
Stato, Giorgio Napolitano. «L’Italia ha bisogno di lui e di altri come
lui – ha detto in apertura della sua relazione- perché in momenti di
grande difficoltà economica come l’attuale, viene messo a rischio non
solo il benessere, ma anche la tenuta del nostro tessuto democratico,
sociale e istituzionale». E un lungo applauso e una standing ovation è
arrivata dalla platea per omaggiare il giudice Giovanni Falcone, la
moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta nel ventennale della
strage di Capaci. Il sacrificio del magistrato antimafia è stata
ricordato in uno dei passaggi della relazione del nuovo presidente di
Confindustria, Giorgio Squinzi.
GIOVANI E IMPRESE – Poi
Squinzi è tornato sul lavoro e sullo stato dell’economia italiana :
«L’emorragia si misura con le decine di migliaia di imprese che non sono
sopravvissute alla crisi – ha sottolineato Squinzi – . Si misura con
gli oltre due milioni e cinquecento mila persone che non trovano lavoro.
Con il senso di sgomento che attraversa il Paese». Poi un pensiero ai
giovani ( «Se non apriamo ai giovani nuove possibilità di occupazione e
di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale la parità
del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia») e
alle imprese («Mai come oggi le imprese hanno bisogno di un buon sistema
di relazioni industriali che permetta di lavorare su progetti condivisi
all’insegna di una forte unità di azione»).
DA FARE E DA EVITARE – Infine
stono state sono state indicate le «cose da fare» per favorire il
lavoro degli industriali. Tra cui, semplificare la pubblica
amministrazione, accelerare i pagamenti dello Stato verso le imprese (i
ritardi non sono degni di uno stato civile). Poi la ricerca e
l’istruzione che «non è un lusso». E un’altra indicazione è stata
indirizzata al governo: «Diciamo no a nuovi balzelli o a tasse
fantasiose che creerebbero solo incertezza e sfiducia».
PASSERA: ANNO DI CRISI MA BENE L’INDUSTRIA- Dopo
Squinzi, è intervenuto anche il ministro Corrado Passera: «È stato un
anno difficile – ha detto riferendosi ai dati sull’export – ma
l’industria ha dato prova di grandi meriti. Sulle tasse, invece, ha
sottolineato: «È vero in Italia c’è evasione fiscale ma ci sono tanti
che pagano e pagano troppo perchè tanti» non pagano le tasse. Poi,
l’elogio al lavoro del suo governo: «Il miracolo che Mario Monti ha
fatto in questi mesi in termini di presenza convinta e credibile è un
qualche cosa che non è misurabile nel breve periodo ma ha rimesso
l’Italia doveva doveva stare. Abbiamo evitato il commissariamento».
Infine, l’auspicio per gli investimenti infrastrutturali: «Mi auguro che
tra 2 – 3 anni, tra soldi pubblici, risorse private , interventi
regionali ben orchestrati, si possano avere ulteriori progetti per altri
100 miliardi di euro».