Fiumi di contanti: in Italia si paga quasi sempre cash
Gli italiani amano pagare in contanti. Questa la conclusione a cui è giunto l’Osservatorio Community Cashless Society nel suo ultimo report in cui si nota che, a differenza degli altri paesi europei nei quali l’uso del cash va pian piano svanendo, in Italia sembra al contrario aumentare.
L’Osservatorio ha analizzato le economie di ben 85 paesi del mondo, e nella classifica dei pagamenti cosiddetti cashless l’Italia si è posizionata al terzultimo posto. Dati scoraggianti che non promettono miglioramenti: nel 2017 nel nostro paese l’86% dei pagamenti è stato effettuato in contanti, mentre solo il 14% con carte di pagamento o altri metodi di pagamento digitale.
Sebbene i pagamenti via smartphone abbiano subito negli ultimi anni una considerevole crescita ( 48,6% dal 2012 al 2016), l’Italia però preferisce di gran lunga l’attività di prelievo dagli sportelli Atm, considerato che nel nostro paese è stata registrata la più alta crescita di denaro prelevato fra i “big five” europei (vale a dire Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Italia).
Il decreto legge del 12 gennaio 2016 del governo Renzi che vide l’innalzamento del tetto massimo di pagamento cash a 3000 euro, emanato allora con lo scopo di imprimere uno sprint alla nostra economia non avrebbe quindi sortito gli effetti desiderati, dal momento che oggi è proprio l’economia caratterizzata dal pagamento cashless a essere vincente.
Come si legge infatti nel rapporto:
“avere un’economia fortemente cash-based rappresenta un freno alla modernizzazione e alla competitività del Paese e genera costi ed esternalità negative”.
La diminuzione dei contanti apporta infatti numerosi benefici, tra i quali:
- Maggiore sicurezza delle transazioni
- Digitalizzazione dell’economia
- Incremento dei consumi
L’abbandono progressivo dei contanti farebbe dunque molto bene alla nostra economia, di cui si incoraggerebbero degli aspetti fondamentali necessari per metterci in pari con tutti gli altri paesi dell’Europa.