Conti pubblici, l’allarme della Bce: "Correzione entro il 2011"
ROMA
I Paesi dell’area euro dovranno mettere in atto un robusto
intervento nel risanamento delle finanze pubbliche «ben oltre lo 0,5%
del Pil». Il monito è stato lanciato dalla Bce nel suo Bollettino
mensile, asecondo cui è comunque che l’economia mondiale registri «una
ripresa più marcata del previsto». Quanto alle banche: devono fare un
ulteriore sforzo per fornire credito a famiglie e imprese e per farlo
dovranno ripatrimonializzarsi. L’allarme per lo stato di salute delle
finanze pubbliche di molti Paesi dell’Eurozona è alto. «È della massima
importanza», afferma la Bce, «che il programma di stabilità di ciascun
paese dell’area euro definisca le strategie di uscita dalle misure di
stimolo e le strategie di riequilibrio dei conti pubblici per il
prossimo futuro. Ciò richiede interventi risoluti, in particolare da
parte delle economie con alti livelli di disavanzo e debito».
Francoforte scrive che «il processo di risanamento delle finanze
pubbliche dovrebbe iniziare al più tardi nel 2011 e spingersi ben oltre
il requisito minimo di correzione annua fissato dal Patto di stabilità
e crescita allo 0,5%. La riforma della spesa va posta in primo piano».
Circa l’andamento dell’economia la Bce sottolinea che nell’area euro la
ripresa «è in corso, pur essendo destinata a procedere in modo
discontinuo».
Per il 2010 si attende «un tasso di incremento
del Pil in termini reali ancora moderato». Per quanto riguarda i prezzi
la Bce prevede un’inflazione che dovrebbe collocarsi «intorno all’1%
nel breve periodo e mantenersi moderata nell’orizzonte temporale
rilevante per la politica monetaria», su livelli inferiori ma prossimi
al 2%. L’istituto centrale rivede al rialzo le stime sulla crescita.
«Gli esperti della Bce indicano tassi di espansione fra lo 0,4% e
l’1,2% nel 2010 e tra lo 0,5% e il 2,5% per l’anno seguente». Rispetto
al dato precedente, la revisione tiene conto «del notevole
rafforzamento dell’attività su scala mondiale».
Per quanto
riguarda il credito a famiglie e imprese la Bce spiega che «negli
ultimi mesi le banche hanno proceduto nel ridimensionamento dei propri
bilanci complessivi, ma dovranno dimostrarsi capaci di gestire questo
adeguamento assicurando al tempo stesso la disponibilità di credito al
settore non finanziario», appunto: le famiglie e le imprese. Secondo la
Banca centrale europea, le banche «per raccogliere la sfida dovrebbero
sfruttare il miglioramento delle condizioni di finanziamento e
rafforzare ulteriormente le proprie basi patrimoniali, beneficiando
appieno, laddove necessario, delle misure di sostegno pubblico a favore
della ricapitalizzazione».