Continua occupazione Ottava Municipalità, Pisani: “La situazione non può andare avanti, chiedo incontro con sindaco e presidente Asìa”
Continua da ieri mattina l’occupazione della sala del Consiglio dell’Ottava Municipalità in viale della Resistenza a Scampia, da parte di oltre 100 disoccupati tra Bros e liste di zona che proseguono la loro protesta minacciando di accamparsi negli uffici fino a quando non saranno accompagnati dal presidente Pisani al cospetto del sindaco De Magistris e del presidente dell’Asìa Raffaele Del Giudice, che secondo i disoccupati preferirebbe altre cooperative anziché impiegare loro per la riqualificazione del territorio. A spingere gli occupanti, che anche stanotte dormiranno in Municipalità sorvegliati dalla Polizia, a compiere il folle gesto è lo stato di esasperazione e disagio in cui sono costretti a vivere con le proprie famiglie.
La situazione ha subito allarmato il presidente Pisani che chiede al sindaco De Magistris ed a Del Giudice un incontro urgente con i manifestanti. “Chiedo al sindaco ed al presidente Asìa – ha detto Pisani-, di ricevere il gruppo di disoccupati ed ascoltare le loro problematiche e richieste al fine di affrontare il loro diritto al lavoro” .
“Questa situazione è l’ennesima dimostrazione delle difficoltà e del disagio che vivono molte famiglie sul territorio a nord di Napoli. La protesta e l’occupazione della sala del Consiglio rappresentano un’eclatante richiesta di aiuto da persone che non sanno come tirare avanti. Dinnanzi a questa drammatica situazione, che coinvolge centinaia di famiglie, non si può far finta di nulla, é necessario ascoltare e trovare una soluzione che possa permettere a queste persone di provvedere alle proprie famiglie. Chiediamo subito una risposta ed un incontro a Palazzo San Giacomo, la situazione è insostenibile e così non si può andare avanti, anche perché noi di fronte al problema lavoro – ha dichiarato Pisani – siamo impotenti e non gestiamo nulla. Non si può tollerare ad oltranza un’ occupazione delle istituzioni per incapacità di altri di gestire un problema alimentato anche in campagna elettorale”.