Continuano le indagini sui rifiuti
La manifestazione svoltasi nei giorni
scorsi ad Acerra in occasione dell’inaugurazione dell’inceneritore
«purtroppo è stata l’occasione per esternare espressioni gravemente
denigratorie della attività svolta dalla procura della Repubblica di
Napoli» per quanto concerne i procedimenti connessi allo smaltimento
dei rifiuti. È quanto scrivono i magistrati della procura di Napoli in
un documento inoltrato al Csm e approvato ieri a larga maggioranza al
termine di una assemblea convocata in seguito alle critiche mosse
durante la manifestazione dal premier Berlusconi e dai vertici
dell’Impregilo. I pm hanno chiesto che il Csm si attivi per tutelare
dagli attacchi i magistrati titolari delle indagini, Giuseppe Noviello
e Paolo Sirleo. «Le parole pronunziate, sia da rappresentanti delle
istituzioni che da esponenti della impresa privata secondo il nostro
parere – è scritto nel documento -, trascendono l’ambito della serena e
certamente legittima valutazione e critica degli atti giudiziari ed
hanno assunto, al contrario, i toni della indiscriminata contestazione
della attività inquirente, anzi della contestazione della sua stessa
legittimità ad esercitare il controllo di legalità anche nel settore
dell’ intervento pubblico e privato nel campo dei rifiuti».
Nel
documento si sottolinea che «con parole e toni sostanzialmente
analoghi, i rappresentanti della istituzioni e l’amministratore della
azienda Impregilo hanno pubblicamente esaltato come “veri eroi” i
dirigenti della azienda che ha realizzato l’impianto ed hanno poi
sostenuto che gli “eroi” dell’azienda privata sono stati ostacolati nel
proprio compito» dalle iniziative della magistratura.
«La Procura
della Repubblica di Napoli e, più in generale, la autorità giudiziaria
della nostra città, sono state additate – scrivono i magistrati – quali
cause principali dei gravissimi problemi che hanno determinato
l’insorgere della stato di emergenza, a Napoli e in Campania, nel
settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti».
Dunque «additate ai cittadini come principali responsabili di una
gravissima situazione economica, ambientale e sanitaria che ha
provocato ed ancora provoca gravissimo disagio a tutti». «È di tutta
evidenza – è sottolineato nel documento – la rilevante gravità di
queste affermazioni, il travisamento del quadro che si riferisce alle
responsabilità e, infine, la inaccettabile denigrazione dei pubblici
ministeri e dei giudici napoletani». I pm affermano che la
vicenda «oltre a screditare e delegittimare un ufficio giudiziario in
cui i sostituti sono quotidianamente impegnati nell’ azione di
contrasto a tutte le diffuse forme di criminalità ed illegalità
presenti sul nostro territorio, determina anche una ingiusta
esposizione personale dei colleghi Paolo Sirleo e Pino Noviello,
titolari delle indagini, i quali, solo per avere svolto con
professionalità e rigore istituzionale il proprio dovere, sono
pubblicamente additati quali autori di atti che avrebbero inciso
negativamente su situazioni per le quali, in realtà, a nostro avviso,
esistono responsabilità complesse e di varia natura: politiche,
istituzionali, amministrative e, in alcuni casi, della stessa
imprenditoria privata».