Esiste un nesso tra l’esposizione elettromagnetica dei telefonini e l’insorgere delle patologie tumorali? Secondo la recente sentenza emessa dai giudici della Corte d’Appello di Brescia la risposta è sì. Infatti la Corte ha accolto la richiesta di riconoscimento di malattia professionale avanzata da un ex dipendente di un’azienda, il quale era andato incontro a grossi problemi di salute a seguito del prolungato utilizzo del cellulare aziendale. Al lavoratore è stata riconosciuta la malattia professionale dell’80%. In questo modo, la Corte d’Appello di Brescia ha rovesciato completamente quella che era stata la prima decisione, per cui il giudice del lavoro aveva bocciato in primo grado la prima richiesta di riconoscimento. La nuova sentenza in appello di Brescia apre, così, un interessante caso giuridico sulla correlazione tra le patologie e l’uso dei cellulari. Fino a questo momento varie e contrapposte erano state le teorie sulla correlazione salute-telefonino: lo studio australiano di Vini Khurana, ad esempio, ha posto in evidenza il rapporto causa-effetto tra l’esposizione elettromagnetica dei telefonini e l’insorgere delle patologie tumorali; mentre, un altro studio, condotto dall’Istituto di Epidemiologia dei Tumori della Società Tumori danese di Copenhagen, pubblicata sul Journal National Cancer Istitute, ha negato questa correlazione.
L’associazione Noiconsumatori.it, a seguito della recente sentenza, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica affinché siano accertate eventuali responsabilità tra chi fosse già a conoscenza della pericolosità e dei rischi legati all’uso del cellulare e non abbia garantito al consumatore azioni cautelative necessarie a prevenire le patologie.
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