Corte dei Conti: ”Rischio ulteriori effetti recessivi da aumento tasse”
”Il pericolo di un corto circuito tra rigore e crescita non è dissipato nell’impianto del Def 2012-2015”. E’ quanto afferma il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso dell’audizione sul Def nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Inoltre, ”l’urgenza del riequilibrio dei conti si è tradotta, inevitabilmente, nel ricorso al prelievo fiscale creando una pressione già fuori linea nel confronto europeo e generando le condizioni per ulteriori effetti recessivi” avverte il presidente della Corte dei Conti. E la pressione fiscale salirà ”oltre il 45%” nel triennio 2012-2014. ”Prendendo a riferimento il 2013 l’effetto recessivo indotto” dagli interventi correttivi ”dissolverebbe circa la metà dei 75 mld di correzione netta attribuiti alla manovra di riequilibrio” aggiunge Giampaolino. Quanto alle dismissioni, serve una task force operativa, all’interno del governo, per conoscere in tempi brevi i cespiti pubblici cedibili. L’ambito di fattibilità delle dismissioni, secondo la magistratura contabile, dovrebbe essere oggetto di ”un sollecito ed attento esame” perché una ripresa delle politiche di dismissioni del patrimonio pubblico può risultare opportuna soprattutto perché consentirebbe di ”abbattere il ricorso netto al mercato”. Per il presidente poi le scelte operate di recente, con il decreto legge di semplificazione fiscale modificato alla Camera, ”offrono più di un elemento di perplessità”. In primo luogo la necessità di ottenere un miglioramento nell’efficienza gestionale ha spinto finora a puntare a una ”semplificazione nella gestione dei servizi offerti dagli enti locali prevedendo la gestione associata delle funzioni”. Il decreto che la scorsa settimana ha ottenuto la fiducia a Montecitorio e che è passato al Senato per l’ok definitivo, ”ampliando i margini per assunzioni negli enti locali, oltre che ad indebolire il rigore delle scelte finora assunte, attenua la spinta per l’individuazione di assetti organizzativi dimensionalmente più efficienti rispondendo a logiche individuali di una struttura territoriale considerata, a ragione, troppo frazionata”, dice Giampaolino. Altra critica mossa dalla Corte dei Conti riguarda l’introduzione del Patto di stabilità orizzontale nazionale. ”Di fatto – afferma Giampaolino – neutralizza l’operare della concertazione a livello regionale che nell’anno appena concluso aveva conosciuto le prime esperienze di un qualche rilievo in molte realtà regionali”. Una scelta, evidenzia la magistratura contabile, ”che sembra contraddire gli interventi diretti a valorizzare il ruolo del decentramento, rafforzando le forme di cooperazione tra enti diversi della stessa regione e contribuendo, per questa via, ad attribuire al sistema delle autonomie un ruolo nella politica di risanamento della finanza pubblica”.