Costretti a lavare le divise Nu, chiedono i danni al Comune
costretti a lavare “in proprio” le divise da lavoro. Indumenti
utilizzati per spazzare e ripulire le strade cittadine dai rifiuti e
che, alla fine di ogni turno di servizio, sono puntualmente finiti
nella lavatrice di casa. Con tutti i danni e le spese previste dal
caso. Una situazione che si trascina dal 1998 e che 17 netturbini hanno
deciso di affrontare davanti al tribunale del lavoro di Torre
Annunziata.
Obiettivo: recuperare i soldi investiti in dieci anni
per il lavaggio delle divise Nu. “I ricorrenti – si legge nelle istanze
presentate dai netturbini – pur non essendo tenuti a farlo, effettuano
direttamente il lavaggio degli indumenti di lavoro presso le proprie
abitazioni, non provvedendovi il Comune di Torre del Greco. Il lavaggio
domestico oltre a non essere idoneo alla disinfezione delle divise,
comporta per i ricorrenti e per i propri familiari ingenti pericoli per
la salute. Sussiste pertanto per il Comune l’obbligo di risarcire i
danni”. Una richiesta che – durante l’obbligatorio tentativo di
conciliazione – è stata puntualmente respinta al mittente, costringendo
i lavoratori a trascinare la questione davanti al tribunale del lavoro.
“Il numero dei lavaggi cui vengono sottoposti gli indumenti di lavoro –
si argomenta nell’istanza – può essere quantificato in cento all’anno.
La quantificazione economica dei danni è determinata in 500 euro
annui”. Ovvero, facendo due rapidi conti, in complessivi 5.500 euro per
il periodo 1998-2009. A supporto delle pretese avanzate, i legalti
degli operatori Nu richiamano una sentenza della corte di Cassazione
del 2007. “I ricorrenti – la conclusione dell’istanza – si riservano di
agire con altro giudizio in caso di mancata osservanza da parte del
Comune di Torre del Greco degli obblighi di cui alla normativa vigente,
dal mese di settembre 2009 in avanti”.
Il ricorso presentato dai 17
operatori della nettezza urbana è stato prontamente impugnato
dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello,
pronto a bollare come “infondate” e “illegittime” le istanze presentate
dai lavoratori dell’Ente. La difesa del Comune sarà affidata ai legali
dell’Avvocatura Municipale – gli avvocati Elio Benevento e Antonino
Salvini – chiamati a sventare la pioggia di ricorsi che rischiano di
costare qualcosa come 80.000 euro alle casse del Comune. Il primo
appuntamento davanti ai giudici è fissato per il prossimo 12 gennaio,
mentre la seconda tranche di ricorsi sarà discussa il primo marzo.