Costrinse la moglie a pulire in ginocchio Cassazione: condanna giusta, è violenza
ROMA – Non si può costringere la moglie ai lavori domestici, non
a pulire il pavimento di casa in ginocchio: significa senza dubbio
umiliarla e vessarla. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna
per maltrattamenti inflitta a Torino a un marito violento.
Ogni giorno costringeva la moglie a mettersi in ginocchio per lavare i
pavimenti. Quando Mirca, esasperata, fuggì, lo accusò di una serie di
reati. Minacce, ingiurie e violenze nei suoi confronti e del bambino.
Nel 2005 i giudici di merito hanno giudicato Marco C., nato a Torino,
colpevole. Ma lui ha fatto ricorso in Cassazione lamentando che la
prova dei maltrattamenti era stata desunta dal fatto che la moglie
aveva abbandonato la loro casa. La sesta sezione penale ha respinto
l’istanza.
Non ci fu abbandono della casa coniugale. Perché, afferma la Corte, “la
moglie lasciò la casa col bambino per raggiungere quella dei genitori
senza neppure vestirsi completamente e senza portare denaro con sé,
tanto che il biglietto ferroviario le fu pagato da un militare mosso da
compassione”. Nel motivare la sentenza 24746, i supremi giudici hanno
voluto sottolineare che “è stato preso correttamente in considerazione
e valutato come sintomatico lo stato di esasperazione in cui la donna
versava dopo l’ennesimo litigio del marito, che la umiliava e la
vessava in tutti i modi, giungendo ad imporle di pulire il pavimento in
ginocchio come punizione della insufficiente cura che, secondo lui, lei
dedicava ai lavori di casa”.
Dunque è reato umiliare la propria moglie imponendole le pulizie. Al
marito violento, condannato pure per aver fatto mancare i mezzi di
sussistenza per 14 mesi al figlio minorenne, è stato addebitato il
pagamento di circa tremila euro per le spese di giudizio. In sede
civile sarà quantificato il risarcimento per la moglie e il figlio
maltrattati.
Alle ultime inaugurazioni dell’anno giudiziario il primo presidente
Nicola Marvulli ha più volte sottolineato un “preoccupante” aumento dei
reati in famiglia contro le donne e i bambini, le statistiche ufficiali
evidenziano un incremento intorno al 120 per cento.