Cresce la protesta degli studenti:bloccata la riforma dell’università
Colosseo, Torre di Pisa, Mole Antonelliana, Abbazia del Santo a Padova: i monumenti-simbolo dell’Italia, occupati dagli studenti, sono diventati testimonial della protesta del mondo universitario contro la riforma degli atenei, che ieri ha avuto anche momenti di tensione con scontri e Firenze e Torino.
Le contestazioni sono avanzate di pari passo con l’esame del ddl sulla riforma da parte dell’aula della Camera. Il governo è andato di nuovo sotto su un emendamento di Fli e il voto sulla riorma è slittato a martedì. La ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha avvertito che se il ddl venisse stravolto dagli emendamenti è pronta a ritirarlo.
Gelmini stamani in una brevissima nota di una riga e mezzo ha rivolto un invito a tutti gli studenti italiani affermando: «Ragazzi, non fatevi strumentalizzare dai baroni e dai centri sociali».
«I baroni protestano eccome – ha poi detto il ministro a Radio anch’io -. In maniera trasversale ai diversi gruppi parlamentari arrivano richieste di emendamenti alla riforma. Dunque fanno lobbyng in Parlamento. A oggi il Parlamento ha risposto in maniera compatta e quindi non sono stati approvati emendamenti richiesti dai vari rettori e dai vari baroni. Mi auguro che questo clima di attenzione
all’università sul piano emendativo – ha continuato Mariastella Gelmini – vada avanti».
«Come fa un uomo di più di 50 anni, segretario di un grande partito, a non capire che così rischia
di legittimare gli eccessi?», si è chiesto poi il ministro dell’Istruzione in un’intervista alla Stampa, a proposito del gesto di protesta del leader del Pd Pierluigi Bersani che è salito su un tetto assieme a dei ricercatori, aggiungendo: «Sono davvero preoccupata, non vorrei che tutto degenerasse, che qualche giovane finisse con il farsi male».
«Solo una parte degli studenti protesta – spiega Gelmini -. Guardando la televisione sembrano tanti, in realtà la maggioranza sta negli atenei a studiare». Sulla questione dei baroni, il ministro afferma di introdurre con la riforma «criteri di merito nell’assegnazione delle cattedre, evitando le parentopoli e i rettori a vita». Il titolare dell’Istruzione sottolinea poi come la crisi rappresenti «un’opportunita». «Chi oggi grida “risorse-risorse-risorse” senza fare i conti con la realtà, ci condanna al declino». Gelmini si dice sicura che «la riforma passerà» ma, aggiunge, «mi preoccupa il clim