Crisi, Tremonti: «Si apre una fase diversa Possiamo ragionare sulla crescita»
mantenuto sotto controllo i conti pubblici, ma ha anche garantito la
pace sociale: lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, in occasione di una conferenza stampa a Palazzo Chigi con
il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. «Continua il lavoro del
governo per tenere sotto controllo il bilancio dello Stato, e questo è
il lavoro più grande di tutti per tutti i paesi d’Europa. Siamo riusciti
a mantenere la pace sociale investendo una quantità enorme di finanza
pubblica per la cassa integrazione, fatto il fondo per le Pmi, la
Tremonti ter, l’Iva di cassa e la detassazione degli straordinari. E’
stata fatta poi una riforma delle pensioni giudicata la migliore
d’Europa».
si apre una fase diversa: tenere i conti pubblici ma anche ragionare e
guardare con maggiore respiro alla crescita. E’ una fase di
prospettiva meno bloccata dalla paura, dalle preoccupazioni sul debito
italiano. Manteniamo l’impegno sulla disciplina di bilancio, ma
dobbiamo guardare alla crescita. Domani ci vediamo alle 9.30 con i
ministri, cominciamo a ragionare, a lavorare.
Andiamo avanti per l’obiettivo di aprile».
«La media della crescita italiana deve salire, ma cercate di
guardare le cose non in modo autolesionistico – dice Tremonti –
Quest’anno cresciamo all’ 1,1%, perfettamente in linea con le previsioni
del governo. Meno di altri Paesi ? In parte è vero, ma non
dimenticatevi che in questi 10 anni alcuni Paesi sono cresciuti molto
drogati dalla finanza, e oggi stanno scendendo le valli baldanzosamente
percorse grazie alle carte di credito, leve finanziarie, con tutta la
finanza privata».
«Il problema dell’Italia è il Sud, ma è un dovere di tutti risolverlo
– dice Tremonti – L’Italia è l’unico Paese duale: il Nord Italia, in
base alle ultime statistiche Ue, è, in termini di ricchezza, patrimonio e
reddito, uguale alla Francia, ed è la regione in assoluto più ricca
d’Europa. Ergo del mondo. Quando si guarda all’1,1% si deve sapere che
la media non è mediana; che le medie italiane sono di quelle per cui uno
mangia due polli e uno magari neanche un pezzettino del pollo. Il
problema, dunque, è il contributo al Pil e l’accumulo di ricchezza del
Sud. Ma noi non vogliamo diventare un Paese diviso. Dobbiamo però sapere
che il problema nazionale dell’Italia è quello meridionale. E, se
vogliamo crescere, dobbiamo applicare i nostri talenti sopratutto al
Sud, che è un dovere di tutti».
Berlusconi: «Con la nostra azione siamo risaliti al secondo posto nella Ue». «Siamo
saliti di colpo al secondo posto in Europa dopo la Germania e abbiamo
evitato di incorrere in sanzioni – dice il premier – Ricordo il
successo del governo perché riguardo all’Europa siamo riusciti a far
approvare una soluzione alla misurazione della solidità del sistema che
non sia affidata solo al debito pubblico. Sul debito pubblico, abbiamo
ottenuto che venisse misurata la dinamica e la sua sostenibilità.
Inoltre siamo riusciti a buttare sul tavolo dell’Europa la nostra
bilancia commerciale che è in attivo e il ruolo delle famiglie
risparmiatrici. Tutto questo ha portato al fatto che la stima del
nostro Paese è con il debito aggregato alla finanzia privata».
«Grande aiuto alle nostre imprese all’estero». «Il governo ha
sostenuto le nostre imprese all’estero e notevole è stato anche il
lavoro della nostra diplomazia commerciale, tanto da averci fatto vivere
il campionato del mondo delle opere pubbliche con il raddoppio del
Canale di Panama. Anche questo va messo nel novero delle cose fatte dal
governo».
«La patrimoniale non la faremo mai» ha anche detto il premier.
«Riforme bloccate dagli stalinisti finiani». «Il governo è al lavoro
per la riforma fiscale e le liberalizzazioni dice il premier – E se ci
si chiede come mai non le abbiamo fatte in due anni e mezzo rispondo
che c’è stato il freno della componente statalista dei finiani che ha
fermato ogni riforma anche per la giustizia civile e penale. Dopo
l’uscita dalla maggioranza dei finiani che frenavano l’azione del
governo, adesso ci sentiamo sgravati da questa difficoltà e potremo
lavorare in direzioni prima precluse. Ora abbiamo una maggioranza minore
rispetto a quella che contava sui finiani ma ci consente non solo di
amministrare, ma anche di governare e fare riforme, a partire dalla
giustizia. Presto, in pochi giorni, arriveremo a una maggioranza di 325
deputati alla Camera».
«La giustizia civile ha dei tempi inverosimili – sostiene il premier
– Basti pensare che le cause di lavoro hanno una media di 6 anni. Sono
dei tempi inaccettabili. Queste cose le dobbiamo tenere in
considerazione quando paragoniamo la crescita con quella degli altri
Paesi, e vi assicuro che per me, che sono un imprenditore prestato alla
politica che non dormiva la notte per poi andare in azienda a prendere
una decisione, è una sofferenza dover lavorare dentro un sistema che,
visto dall’interno, è peggiore di quello che appare».
Debito pubblico ed ecologisti di sinistra frenano la nostra crescita.
«Quando leggo commentatori che dicono che il nostro Paese è cresciuto
soltanto dell’1,1 per cento – dice Berlusconi – vorrei ricordare a
tutti che noi abbiamo ereditato dal passato un debito pubblico che è il
più elevato d’Europa ed è il terzo debito al mondo, che ci costa 5
punti di Pil in interessi passivi all’anno. Un debito pubblico
moltiplicato dai governi precedenti che ci ha portato a realizzare il
50 per cento in meno delle infrastrutture rispetto a Francia e
Germania. Ma la colpa è anche degli ecologisti di sinistra. Non è con
un colpo di bacchetta magica che si risolvono le cose». Per fotografare
la situazione soprattutto in tema di opere pubbliche, Berlusconi ha
portato come esempio il tragitto compiuto tra la sua casa e
l’aeroporto: «Ci ho messo un’ora e quaranta ieri per arrivare in
aeroporto. Noi stiamo realizzando cantieri e lo stiamo facendo con la
migliore buona volontà possibile».