CTCU: evitare carte revolving
Il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU) invita i consumatori a non firmare clausole che consentano l’invio di carte revolving a domicilio e neppure contratti di finanziamento su tali prodotti. Meglio evitare le revolving, insomma, per una serie di motivi che l’associazione riassume così: “Sono i prodotti in assoluto più cari fra quelli del credito, sono scarsamente trasparenti, sono difficilmente confrontabili e si rischia di non finire mai di rimborsare il credito ricevuto”.
La stessa Banca d’Italia ha lanciato un richiamo alla trasparenza. Il CTCU ne ricorda le indicazioni: eventuali interessi di mora vanno applicati all’importo della rata scaduta e insoluta e non al debito residuo del momento; alla clientela va data un’informativa “chiara e semplice” in merito alle caratteristiche del prodotto e alle condizioni – tassi, costi accessori, costi di eventuali polizze assicurative – applicate; le società emittenti devono astenersi dall’inviare carte revolving non specificatamente richieste dalla clientela; l’attività di “promozione e conclusione” di contratti di credito revolving non può essere affidata a fornitori di beni e servizi (i venditori cioè), ma soltanto agli agenti in attività finanziaria.
Poiché gli adeguamenti, afferma l’associazione, paiono non esserci, “il nostro consiglio è quello di evitare tali prodotti, per i quali si pagano tassi effettivi globali medi nell’ordine del 17,50%, ma che possono spingersi finanche alla soglia del 26%”.