Cuma, città antica, è oggi uno scempio
Alla foce del depuratore di Cuma,
c’è un vero scempio. Due anni fa, fu siglato un protocollo d’intesa per la
famosa condotta sottomarina che, attraverso anche il gioco delle temperature,
avrebbe portato in profondità le acque reflue. Purtroppo, in pratica non si è
realizzato ciò che era stato detto.
I comuni del litorale – in tutto 26 – sono
sensibili a questo tema, ma incontrano mille ostacoli e scelte che non competono
loro. Cinque anni fa la Corte costituzionale ha stabilito che se la depurazione
delle acque reflue non fosse stata attuata, sarebbe successo che essa non
sarebbe rientrata nelle bollette di fornitura d’acqua potabile. Questo, però,
potrebbe essere un problema per coloro che potrebbero approfittarsi del disagio
e non pagare la fornitura idrica. «Il commissario di governo individuò nella
Idrogest Campania, derivazione della Termomeccanica, il responsabile unico per
i 5 impianti di depurazione delle acque reflue.
«Ma la sensibilità della gente è
poca – afferma l’avvocato Gaetano Montefusco, uno dei principali promotori
dell’associazione «Costa dei sogni» e l’ideatore del gruppo «Avvocato del mare»
– come l’attenzione delle istituzioni. La spazzatura è sotto il naso di tutti,
del mare e delle coste inquinate ci si accorge solo d’estate». L’Avvocato
Montefusco da anni è impegnato a difendere l’ambiente sul litorale che va da
Monte di Procida alla foce del Volturno. «Ho fatto esposti, querele,
segnalazioni. Purtroppo, negli ultimi due anni non ho ricevuto risposte dalla
Procura».