Dal Municipio nessuna autorizzazione per riprese Gomorra a Scampia. Pisani: “No ad esempi malefici e cattivi che violentano il futuro della città”
“Dopo il permesso e l’assenso del Sindaco alle riprese cinematografiche sul male e sull’illegalità purtroppo involontariamente volte a consacrare solo l’ignoranza ed arroganza della camorra, senza preoccuparsi che in futuro la città di Napoli sia nota come la città di Gomorra, ho ricevuto e ho risposto garbatamente – dichiara l’Avv. Angelo Pisani, presidente dell’ottava municipalità di Napoli – alla richiesta da parte della Film Commission Regione Campania, per conto della produzione Sky-Cattleya, di poter girare alcune scene della fiction Gomorra anche Scampia.
Ma sia ben chiaro a tutti – precisa Pisani -, la mia gente e il mio territorio, speravo anche l’intera città di Napoli, non hanno prezzo, la municipalità non ha mai dato, e se il copione e le condizioni non mutano, non darà alcuna autorizzazione o assenso all’amplificazione, utile solo per le casse delle società cinematografiche, del male e della camorra. Al contempo preciso che non sono un censore e sono il primo a voler denunciare l’illegalità, la malavita e la malapolitica al fine di vederli cancellare dalla mia città e per questo rispondo alla richiesta pervenuta con un invito agli stessi registi e rappresentanti della Film Commission Regione Campania e della produzione Sky-Cattleya di venire prima ad effettuare un sopralluogo congiunto a Scampia senza telecamere e scenografie ma solo per conoscere la realtà che vogliono sfruttare in tv e per poter dare, eventualmente i cittadini accettino, una rappresentazione reale e completa sia dei problemi ma soprattutto anche degli aspetti positivi che sono la maggioranza come i cittadini onesti e stanchi di esser strumentalizzati.
Quindi a costo di oppormi anche da solo politicamente, non forniremo mai alcun assenso e complicità ad un prodotto televisivo preconfezionato, se prima regista ed operatori non verranno qui per rendersi conto da vicino delle potenzialità del quartiere, di quello che fanno le forze dell’ordine, la magistratura e la buona politica andando oltre l’immagine stereotipata di degrado e malavita”.
Al contrario delle pressioni ricevute resta ferma dunque la posizione di Angelo Pisani, riguardo il progetto della serie televisiva, trasposizione dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che nel gennaio scorso ha acceso un vespaio di polemiche e sollevato la protesta anche dei residenti, come oggi di tanti cittadini napoletani. “Non siamo censori, ma Scampia non è in vendita – ci tiene a far sapere Pisani -. E rifiutiamo qualsiasi compensazione se il copione non rispecchierà la vera realtà di un territorio che non è fatto di camorristi, ma abitato da una maggioranza di persone oneste, vittime di trent’anni di malapolitica ed assenza delle istituzioni che hanno lasciato spazio ad un manipolo di criminali oggi fronteggiati dallo Stato”
Critica anche la posizione verso il sindaco. “Mi dissocio – precisa il leader della Municipalità – anche da De Magistris che ha poi autorizzato, addirittura cedendo la sua cara pista ciclabile, riprese di pura violenza che amplificano solo esempi negativi e beatificano la camorra, rovinando il futuro di Napoli e Fuorigrotta e soprattutto dei giovani che saranno identificati come cittadini di Gomorra”.
Il riferimento è al fatto che il set, dopo le prime due settimane a Ponticelli, si è ora spostato a Fuorigrotta dove si stanno realizzando alcune sequenze della pellicola e dove il Comune ha predisposto un particolare dispositivo di traffico veicolare, temporaneo e su tutta l’area lasciando vuoti tutti i negozi della zona. Dopo una serie di messaggi e telefonate, alla fine del confronto Pisani/fiction Tv , è prevalsa la linea
morbida dell’incontro. Sabato i registi ed i rappresentati delle società cinematografiche senza telecamere e strumenti faranno un sopralluogo congiunto a Scampia guidati dal Presidente Pisani per rendersi conto e valutare il da farsi, ma sempre per poi decidere insieme solo di fare buon cinema. Garanzie sul copione, dunque. E la possibilità di definire di comune accordo cosa integrare nel racconto. “Ho il dovere – commenta Pisani – di difendere soprattutto il buon nome dei nostri giovani che non devono essere famosi nel mondo come cittadini di Gomorra, ben sapendo, inoltre, che il cinema italiano è un’altra cosa”.