Dalla parte di Alessandra – Nessuno in ospedale si era accorto della sua grave malformazione
Tragedia sfiorata in un antico ospedale di Napoli, dove il 1 ottobre nasce una bimba, solo in extremis
trasportata al Santobono, che mostra progressive difficoltà ad alimentarsi e
nessuno si accorge, per quattro giorni, che la piccola non digerisce, non per
il latte “pesante” somministrato dal nido, come dicono i medici, ma perché è
nata senza ano.
Alessandra, affetta da una patologia definita
“ano vulvare”, mostrava fin dai primi momenti una situazione di
sofferenza, ma nessuno approfondisce e si prende cura di lei. «Tutte le volte
che dal nido veniva portata dalla mamma – denuncia il papà – era
evidente che qualcosa non andava in lei, aveva rigurgiti dalla bocca e dal naso
e durante questi episodi diventava scura in viso». Ma per i medici,
interpellati dai genitori, la piccola era assolutamente sana, tanto che lunedì
scorso era previsto il ritorno a casa. Se non fosse subentrato l’ittero
fisiologico: una patologia, questa, molto frequente nei neonati, che nel caso
di Alessandra è servita a salvarle la vita perché, senza quella complicazione,
alla piccola non sarebbe probabilmente mai stata riscontrata la grave patologia
anale.
Nel primo pomeriggio di lunedì, osservando la
bambina con l’apposita lampada durante la visita per l’ittero, i medici si
accorgono della malformazione, che era ormai divenuta gravissima dopo ben
quattro giorni in cui la piccola aveva defecato attraverso la vagina invece che
dall’ano. Una condizione che stava per esserle fatale. Immediato il
trasferimento al Santobono, dove Alessandra è stata alimentata per flebo ed ha
già subito il primo intervento chirurgico, cui ne dovranno seguire altri.
«E’ nata con questa grave malformazione e
continuavano a dirci che era sana, perché?», si chiede papà Gennaro, che su
questa vicenda ha presentato una denuncia al fine di accertare le
responsabilità.
«Episodi del genere non devono accadere mai
più. Per questo – dichiara l’avvocato Angelo Pisani, che assiste il padre – stiamo mettendo in campo tutte le azioni legali in difesa della bambina e
della sua famiglia, affinché simili omissioni non debbano pregiudicare la vita
e la salute degli ammalati e, soprattutto, dei bambini».