“Danni emotivi per cane ucciso”
Due coniugi americani hanno fatto ricorso alla Corte Suprema
per ottenere un maxi-risarcimento per il loro cane, ucciso a colpi di
pistola da un uomo. Un tribunale del Vermont ha condannato tale Lewis
Dustin a un rimborso di 4.000 euro. Troppo poco per gli Scheele,
che consideravano il bastardino Shadow un membro della famiglia.
Pretendono ora dall’uccisore del quadrupede anche i “danni emotivi”,
come se avesse ammazzato un loro figlio.
famiglia Scheele punta a ottenere che il cane non sia riconosciuto
banalmente come un “oggetto, una proprietà” la cui scomparsa possa
essere ricompensata solo con il rimborso delle spese del veterinario,
della cremazione e dell’adozione. Gli Scheele
chiedono alla Corte di essere riconosciuti come genitori che perdono un
figlio e che quindi possano fare causa per ottenere i danni morali per
la “perdita della loro felicità e la sofferenza” causata dalla morte di
Shadow.
“Stiamo lavorando duramente affinche’ i tribunali
riconoscano il vero valore degli animali da compagnia. Sono membri
della famiglia, non una mera proprietà” spiega Sarah, 58 anni, di Annapolis (Maryland), prima di recarsi in Vermont
per l’udienza davanti alla Corte Suprema statale. La battaglia della
famiglia Scheele va avanti ormai da sei anni. Nel luglio 2003, gli
Scheele si sono recati in Vermont dai parenti. Con loro c’erano anche
Shadow e Lucy, i due cani adottati nel 1999. Il 19 luglio, mentre la
coppia portava a spasso gli animali, Shadow si era avvicinato a una
casa. Il proprietario, Lewis Dustin, si era spaventato e gli aveva
sparato un colpo di pistola, uccidendolo.
La famiglia aveva
fatto subito causa all’uomo, che aveva ammesso la propria colpevolezza
in merito all’accusa di violenza sugli animali, spiegando che voleva
solo spaventare il cane. Dustin era stato condannato a sborsare 4.000 dollari agli Scheele e a svolgere 100 ore di servizio alla comunità. La sentenza però non ha soddisfatto la coppia.