Dare del bandito a un condomino costa una condanna per ingiurie
Dare del bandito a un altro condomino durante un’assemblea può far
scattare una condanna per ingiurie. Quella che sembrerebbe quasi una
parola “soft” visti i toni e gli epiteti che si usano nel corso delle
riunioni condominiali è costata invece a un cittadino di Manfredonia,
oltre alla condanna per ingiuria, mille euro da versare alla cassa
delle ammende e il pagamento delle spese processuali. La quinta sezione
della Corte di cassazione ha contestato l’immagine dell’assemblea come
una sorta di arena dove le proprie ragioni possono essere affermate a
suon d’insulti.
Con la sentenza n. 5339
depositata oggi il Supremo collegio ha cancellato l’illusione di poter
trasformare questo tipo di incontri periodici in un far-west: «il mero
contesto dell’assemblea condominiale, per quanto infuocato – hanno
scritto i giudici – non può di per sé dare corpo alla causa di non
punibilità della reciprocità delle offese o dello stato d’ira per un
fatto ingiusto altrui dal momento che l’una o l’altra delle situazioni
può o può anche non verificarsi in un contesto del genere di quello
evocato».
A nulla sono dunque valse le proteste dell’imputato che aveva
tentato di far valere come giustificazione una vecchia ruggine
dimostrata anche da precedenti liti giudiziarie con l’ingiuriato.
Secondo il ricorrente gli ermellini nel condannarlo non avevano neppure
tenuto conto del fatto che tutti i testimoni a suo carico appartenevano
alla “fazione” contraria in quanto amici del suo rivale. L’ultima carta
per evitare la condanna era stata giocata cercando di far passare il
termine “bandito” non come un insulto ma come la manifestazione di una
semplice critica da parte di chi si sentiva vessato «da una situazione
offensiva e pregiudizievole per i suoi interessi di condomino». Il
diverso avviso del Collegio ha portato alla condanna. Anche perché è
mancata la prova delle espressioni ingiuriose con cui la persona offesa
avrebbe a sua volta insultato il ricorrente.