Dare del gay a una persona è reato
L’educazione alla tolleranza sessuale passa anche
dalla Cassazione. Brusco richiamo dalla Corte Suprema. Rischia una
condanna per ingiuria chi dà del «gay» ad una persona.
Il caso
L’occasione è data da un
procedimento a carico di un anziano settantunenne che, in una lettera,
aveva offeso un uomo ricordandone «il suo essere gay» in riferimento a
una vacanza che il destinatario della missiva aveva fatto in montagna
con un marinaio e ad un suo allontanamento da un club sportivo
frequentato da ragazzini.
Il primo processo si era chiuso in appello
con l’assoluzione dell’imputato, ma il verdetto era stato annullato
dalla Cassazione. Il tribunale di primo grado, in fase di rinvio,
condanna l’anziano al pagamento di una multa per il reato di ingiuria,
rilevando che le espressioni usate dall’imputato nella lettera esprimono una netta riprovazione per le tendenze omosessuali del destinatario e un intento chiaramente denigratorio rispetto agli espisodi, tra i quali lo stesso allontanamento da un luogo frequentato da minori.
Termine ingiurioso
La Suprema Corte, con
la sentenza n. 10248, ha dichiarato inammissibile il ricorso
dell’imputato contro la sentenza di appello, rilevando che il giudice
del merito ha correttamente inquadrato come ingiurioso rispetto agli
eventi il termine “gay”.
Nessun’attenuante
Per la Cassazione, il
ricorso dell’imputato non può essere accolto neanche in relazione al
fatto che tra le parti esistevano «rapporti tesi», che avrebbero
potuto, secondo il ricorrente, portare al riconoscimento della
scriminante della provocazione: troppo il lasso di tempo trascorso rispetto ai fatti indicati come provocatori.
Cosa ne pensa la Sapienza Al seguente link potete vedere il servizio realizzato da Uniroma.tv dal titolo "Dare del gay è reato? Ecco cosa ne pensano gli studenti della Sapienza" http://www.uniroma.tv/?id_video=15296 Ufficio stampa di Uniroma TV [email protected] http://www.uniroma.tv