Debutta il nuovo testo unico sul pubblico impiego
Con l’approvazione del Dlgs di attuazione della legge “15”, c.d. legge
Brunetta, parte la terza fase della riforma della pubblica
amministrazione, avviata dal Dl “112”.
L’intervento attuale mira
alla razionalizzazione del lavoro pubblico, al miglioramento della
qualità delle prestazioni erogate, all’implementazione dei livelli di
produttività ed al riconoscimento di meriti e demeriti del personale e
dei dirigenti pubblici. E ciò all’insegna della trasparenza, principio
ispiratore della riforma, intesa come accessibilità totale a tutte le
informazioni che ruotano intorno alla PA.
Il provvedimento tocca
tutti gli aspetti in cui si articola la gestione delle risorse umane
nelle PA: l’introduzione del metodo della misurazione e valutazione
delle performance; la valorizzazione del merito e la penalizzazione dei
demeriti; le nuove regole per la contrattazione; il ruolo, l’autonomia
e gli incarichi dei dirigenti; la responsabilità dei dirigenti e del
personale; le procedure e le sanzioni disciplinari; le novità in tema
di organizzazione interna.
Di particolare rilievo è il principio
della inderogabilità della legge da parte della contrattazione, a meno
che non vi sia specifica indicazione della legge stessa, divieto posto
dal legislatore in apertura della legge n. 15/2009 cui viene data
puntuale attuazione nel decreto legislativo in ragione della
peculiarità della parte sindacale pubblica.
Le nuove disposizioni
creano un legame forte tra contrattazione decentrata, valutazione e
premialità: in particolare, viene rafforzato, in coerenza con il
settore privato, il condizionamento della contrattazione decentrata, e
quindi della retribuzione accessoria, all’effettivo conseguimento di
risultati programmati e di risparmi di gestione.