DECRETO ANTISMOG A NAPOLI – PIOGGIA DI RICORSI – NOI CONSUMATORI: QUELLE MULTE NON VANNO PAGATE PERCHE’ L’ORDINANZA CONTENEVA UN ERRORE
Dopo lo stop and go del decreto antismog col blocco totale della circolazione varato e poi subito ritirato dal Comune di Napoli, ora è caos sulle multe emesse in quei giorni a carico dei “trasgressori”. Sono stati 387 i napoletani che hanno ricevuto un verbale
da 163 euro: in totale 63mila euro di contravvenzioni che avrebbero dovuto
riempire le casse del Comune di Napoli. Invece non pagherà nessuno. Perché l’ordinanza del sindaco conteneva un errore
e non era valida.
A rivelarlo è stato il 9 gennaio scorso il quotidiano di Via Chiatamone dopo aver contattato NOI CONSUMATORI ed un’altra sigla associativa.
«Cos’anno notato le associazioni all’interno
dell’ordinanza? Un particolare – scrive Il Mattino – di non secondaria importanza: uno dei decreti
ministeriali sui quali è basato lo stop alle auto è stato abrogato nel 2010.
Non esiste più e, di conseguenza, non può essere utilizzato per costruirci
sopra un’ordinanza sindacale, così quell’ordinanza è praticamente nulla».
Le richieste di
sostegno per opporsi alle multe di quei giorni sono più di cento: «Appare evidente che
nei prossimi giorni diventeranno molte di più – spiega l’avvocato Angelo Pisani di Noi
consumatori – l’errore è troppo madornale per non essere notato».
Il documento che non c’è più, e che è alla base del
provvedimento firmato da De Magistris, è il decreto del ministro dell’Ambiente
2/04/2002 numero 60; nel frattempo, però, il decreto legislativo n. 155 del 13
agosto 2010 ha abrogato, assieme ad altri sedici decreti, anche quello lì.
Insomma, da più di cinque anni quella carta non ha più valore, chissà perché
l’hanno presa come punto di riferimento a palazzo San Giacomo.
«Alla fine, di tutto quel caos – conclude Il Mattino – era rimasta solo la rabbia
dei 387 napoletani multati fra sabato e domenica. Adesso anche quel “problema”
è cancellato. Nessuna multa alla fine verrà pagata e il Comune non incasserà i
63mila euro che aveva già previsto in cassa».