Deficit-Regione, tagli per oltre un miliardo A rischio Bagnoli, Cira, Studi filosofici
NAPOLI (27 maggio) – Un miliardo e cento milioni di euro: a tanto ammonta il valore degli atti firmati daBassolino dopo lo sforamento del patto di stabilità
e che la norma inserita nella manovra da Tremonti dà all’attuale
governatore della Campania il potere di annullare. Un terremoto che va
dai fondi per la riqualificazione del Centro storico, a bagnoli, alle
nomine. E non è tutto: perché il piano tagli di Tremonti per gli enti
considerati non utili contempla per la Campania il Cira, il Museo di
Pietraroja, Vivara e l’Istituto di Studi filosofici. È subito rivolta.
Più o meno, dunque, si tratta di 1 miliardo e 100 milioni. Euro più,
euro meno. È il valore, per difetto, delle centinaia di atti di
finanziamento deliberati dopo il 31 luglio dell’anno scorso, quando
cioè la giunta guidata da Bassolino decise di aggirare i vincoli del
Patto di stabilità. Ieri il via alla norma, inserita nella manovra di
Tremonti, che dà il potere all’attuale governatore e al consiglio «di
annullare senza indugio gli atti adottati dalla giunta e dal consiglio
nei 10 mesi antecendenti alla data delle elezioni. E tutti gli atti
annullati sono trasmessi alla Corte dei conti». Tutto congelato. Si
riportano le lancette indietro. Addirittura a prima di quell’afoso 31
luglio. Un terremoto che rischia ora di azzoppare progetti come Bagnoli
o il Forum per le culture, passando per la riqualificazione del centro
storico di Napoli e i fondi per la sicurezza delle città campane e, giù
giù, sino agli stanziamenti per la comunità montane e all’istituzione
dell’enoteca regionale. Senza contare i 19 milioni di euro di credito
d’imposta e i 60 per le passività delle aziende e fondi di formazione.
E infine quella partita più complessa delle nomine. Consulenti (un
milione solo per i sei componenti del Nucleo di verifica degli
investimenti della Regione, secondo la denuncia di Martusciello) e
ancora dirigenti, membri di cda, presidenti di fondazioni. Tutto da
azzerare, allora. Un quadro complesso da decifrare. E ci vorranno
settimane per farlo. «Solo dal 15 febbraio – confessa un dirigente di
palazzo Santa Lucia – la giunta ha dato l’ok ad oltre 160 delibere a
cui sono collegati almeno altri 400 atti». Si vedrà nel dettaglio nei
prossimi giorni quando il governatore illustrerà la sua exit strategy.
Un piano concordato ieri sera durante un incontro allargato a palazzo
Chigi tra Stefano Caldoro, gli altri colleghi governatori del
centrodestra e Silvio Berlusconi.
[TITOLINO]Gli incentivi anticrisi
per i disoccupati mentre il mese successivo ecco 20 milioni per gli
insegnanti rimasti senza cattedra. In bilico a questo punto. Non invece
i 92 milioni stanziati per i cassintegrati Fiat perché deliberati a
marzo. A rischio gli 8 milioni di misure anticrisi decisi il 6 novembre
e, a questo punto, l’intero piano sociale varato il 3 settembre 2009
(120 milioni). Così come la boccata d’ossigeno per le imprese decretata
il 27 novembre: in totale 19 milioni come credito d’imposta e 60 per il
consolidamento per le passività. Rimarranno? Mistero. L’orientamento
sembra quello di congelare solo i fondi non ancora materialmente
erogati.
[TITOLINO]I progetti
piani elaborati per Bagnoli: 111,5 milioni, in totale, i fondi
deliberati tra agosto e marzo, che rischiano di non essere più erogati.
In dubbio anche i 4,5 milioni di euro stanziati per l’enoteca
regionale. Ma è sui fondi erogati da gennaio che la scure potrebbe
essere più pesante. S’inizia con il milione di euro per i piani di
vivibilità urbana presentati dai comuni campani, passando per i 24
destinati agli Ato per migliorare le reti fognarie e il milione e mezzo
per i progetti di sicurezza urbana. E ancora i 20 milioni assegnati per
le opere infrastrutturali a supporto del Giffoni film festival e
altrettanti per le strade di Napoli, i 12 milioni per il porto
partenopeo e i 271 milioni per opere pubbliche nelle 5 province. Ma,
Bagnoli a parte, la città di Napoli potrebbe subire, a questo punto, lo
schiaffo più pesante. Perché il 5 marzo la giunta ha approvato anche
investimenti strategici per il centro storico per 200 milioni.
[TITOLINO]I finanziamenti
c’è anche il fondo da 1,8 milioni per il personale delle comunità
montane (delibera di novembre), 700mila euro di stanziamenti per
kermesse varie, tra cui gli Annali dell’architettura e il premio Napoli
ma anche i 295mila euro stanziati per il potenziamento di Campania
digitale. Più imponenti, invece, gli stanziamenti per il Forum delle
culture (25 milioni di euro) e il festival del Teatro (40 milioni).
[TITOLINO]Le nomine
scoperto che non poteva nominare nemmeno una segretaria. Senza contare
i gruppi politici che appena l’altro giorno hanno fatto l’amara
scoperta: dall’esterno non arriverà nemmeno un comandato. Senza contare
decine e decine di nomine effettuate da agosto a marzo nei consorzi di
bonifica, nei cda di enti per il diritto allo studio come per piccole
fondazioni. Ma sotto la lente d’ingradimento finiranno le chiamate di
peso. S’inizia dai direttori dell’Arsan (nomina dell’11 settembre del
2009) e dal cda e collegio sindacale della Soresa (dicembre 2009). E
poi a dicembre 600mila euro per due super consulenze. Ma è da febbraio,
a campagna elettorale già iniziata, che scoppiano le polemiche più
furiose. Perché cambiano i vertici di aziende e fondazioni strategiche
e vengono prorogati una serie di contratti. Il 2 febbraio tocca al
nuovo cda del Madre dove l’assessore Forlenza subentra a Bassolino come
presidente e vengono riconfermati Achille Bonito Oliva ed Enrico
Santangelo. Mentre al Tarì va Fulvio Tessitore. Poi il caso più spinoso
dieci giorni dopo con la proroga dei contratti a 32 dirigenti esterni.
Tre giorni dopo ancora polemiche per la nomina di Nicola Oddati alla
presidenza del Forum, di Mario Bologna a direttore generale e di
Gabriella Cundari e Michele Scudiero nel cda. Che succederà ora? Nomine
tutte da annullare? Beh, ci potrebbero essere esiti paradossali, fa
notare con perfidia un dirigente regionale esterno in proroga sino a
dicembre. Perché come si comporteranno, ad esempio, quando leggeranno
l’atto del consiglio regionale con cui si deliberano, in quello stesso
polemico febbraio, 29mila euro al neo assessore Severino Nappi per fare
per tre mesi da consigliere giuridico alla Mastella?