Deficit sanità, spiragli per le tasse Ok dal Tesoro al piano della Campania
NAPOLI
(20 maggio) – La Campania incassa il sostegno del governo sulle misure
messe in campo per contrastare il deficit della sanità. La strada
continua a essere in salita e il rischio dell’aumento di Irpef e Irap
resta concreto. Ma si apre almeno uno spiraglio su cui poter lavorare
nei prossimi giorni.
È il risultato del vertice svoltosi ieri pomeriggio a Roma, a cui hanno
partecipato il subcommissario alla sanità Giuseppe Zuccatelli, i
funzionari della Regione e gli esperti dei ministeri dell’Economia e
della Salute mentre, da Napoli, il presidente-commissario Stefano
Caldoro seguiva costantemente la situazione. Sul tavolo il piano di
riordino della rete ospedaliera e territoriale messo a punto dallo
stesso Zuccatelli e pubblicato in anteprima dal Mattino: il
provvedimento, che prevede la riduzione di 1.100 posti letto e il
risparmio di 150 milioni di euro in un anno, è stato valutato
positivamente dai tecnici, che sono invece molto preoccupati per le
condizioni di Lazio e Calabria.
«In questi mesi – spiega il subcommissario – abbiamo inoltre messo in
campo il blocco del turn over, verificato le indennità che sforavano i
tetti e razionalizzato le spese di farmaci, beni e servizi», nel
tentativo di recuperare altri 100 milioni. Ogni decisione è comunque
rinviata alla prossima settimana, quando si svolgerà un nuovo vertice
al Tesoro. Nel frattempo si procederà a una verifica degli impatti
economici derivanti dai provvedimenti adottati.
L’obiettivo è ottenere, in tempi brevi, lo sblocco di circa 400 milioni
di euro nell’ambito delle risorse dovute dal governo alla Regione (1,7
miliardi, di cui oltre un miliardo già impegnato dalla giunta Bassolino
per anticipazioni di liquidità alle Asl). Più complessa la partita dei
fondi Fas: la Campania spinge per ottenere circa 500 milioni di euro
che verrebbero impiegati per coprire i debiti del 2008 e del 2009,
scongiurando così l’aumento delle tasse.
Ma Caldoro resta scettico sull’effettiva possibilità di recuperare tali
risorse, peraltro nei tempi necessari: potrebbe dunque essere
inevitabile il ritocco delle addizionali Irpef e Irap, che comunque
consentirebbe di incassare al massimo 150 milioni. In questo quadro si
inserisce la corsa contro il tempo ingaggiata dalla Regione per pagare
senza ritardi, il 27 maggio, gli stipendi ai circa 9mila dipendenti
dell’Asl Napoli 1 (i cui conti correnti sono pignorati dai creditori
per effetto di un’ordinanza del Tribunale): si procederà probabilmente
ad un’anticipazione da parte di Palazzo Santa Lucia, come avvenuto già
ad aprile.
La situazione, comunque, resta critica proprio a causa della mancanza
di liquidità, provocata anche da un emendamento (presentato dal
deputato del Pdl Marcello Taglialatela) che ha anticipato al 31 marzo
la pignorabilità dei beni delle Asl. Ecco perché, tra le contromosse da
adottare, la Regione indica l’approvazione di una nuova norma per
ripristinare l’impignorabilità al 31 dicembre: in questo modo l’ente
potrebbe «contrattare con i creditori lo smobilizzo di 1,5 miliardi
pignorati presso le banche delle Asl e concertare un’effettiva
programmazione dei flussi finanziari dallo Stato alla Regione». Il
secondo passo da compiere è l’allungamento dei termini contrattuali di
pagamento, «a 120 giorni invece che a 30», fornendo però la certezza
sulle scadenze.
L’ultimo obiettivo, più difficile da raggiungere, è l’approvazione di
«un’apposita legge nazionale per estendere alle Asl le norme già
esistenti per il dissesto dei Comuni». È infine allo studio
un’operazione finanziaria con la Sace, società del ministero
dell’Economia, che anticiperebbe alla Regione oltre un miliardo di euro
acquistando i crediti dei fornitori della sanità.