Defunti al volante, la multa non arriva. Truffa del caro estinto, scoperti in 90
Parenti defunti al volante, ma solo per raggiro. C’è chi ha accumulato a suo carico più di venti multe. E chi ha circolato in auto commettendo infrazioni gravi. Sosta vietata, occupazione spazi per disabili, parcheggi in doppia e tripla fila. Mesi, persino anni di condotta illegale. Lo stratagemma è rimasto sempre lo stesso. Continuavano a guidare veicoli intestati a genitori e parenti defunti, approfittando della non trasmissibilità delle sanzioni.
Un modo per farla franca ed evitare così di mettere mano alla tasca. Ma il loro trucco è stato scoperto dagli agenti di polizia municipale che, a conclusione di una attività investigativa durata quasi un anno e mezzo, sono riusciti a stringere il cerchio intorno a 90 automobilisti del capoluogo. Non si esclude però che il numero dei trasgressori possa aumentare in caso di ulteriori sviluppi.
Ai furbetti del volante finiti nei guai è bastato semplicemente continuare a utilizzare i veicoli intestati a genitori e nonni defunti mancando di effettuare il passaggio di proprietà. Un fenomeno che ha insospettito i vigili urbani, agli ordini del comandante Eduardo Bruscaglin, tanto da spingerli ad aprire una inchiesta lunga e scrupolosa. Attraverso verifiche incrociate sui dati dell’anagrafe comunale, della Motorizzazione Civile e del Pra (Pubblico Registro Automobilistico) sono riusciti a scoprire oltre 90 casi sospetti di intestatari defunti. Un lavoro avviato a inizio 2011 che ha permesso di mettere a nudo il modus operandi dei sospettati.
«Abbiamo rilevato per diverso tempo decine e decine di multe a carico di morti, era chiaro che le auto erano guidate da loro parenti che avevano omesso di avviare le pratiche del passaggio di proprietà» fanno sapere dal comando.
Furbizia o dimenticanza? Facile propendere per la prima ipotesi. I furbi, confidando nell’impunità garantita dall’uso di un’auto intestata ad un familiare deceduto, avevano collezionato contravvenzioni per le più disparate infrazioni. Insomma avevano sviluppato una spiccata pratica truffaldina. Dalla guida ad alta velocità, alla sosta in zona vietata e Ztl, al parcheggio senza ticket. I protagonisti del raggiro saranno ora raggiunti da una lettera di «avviso-obbligo» di portare in visione, presso l’ufficio contravvenzioni del comando di via dei Carrari, carta di circolazione e certificato di proprietà dei rispettivi veicoli.
Quindi avranno ancora tempo per procedere all’aggiornamento della passaggio di proprietà delle auto. Ma per una ventina di loro il tempo è già scaduto. Dopo un mese di mancate risposte e solleciti caduti nel vuoto, è scattata una severa multa di 398 euro per inottemperanza alla richiesta di colloquio al comando. Se non è una ammissione di colpa, poco ci manca. Seguirà una maxi sanzione di 653 euro per omesso passaggio di proprietà ai sensi dell’articolo 94 del codice stradale.
Tra le pratiche accertate recentemente dai caschi bianchi emergono le situazioni di alcuni automobilisti che per anni hanno circolato indisturbati, senza mai mettersi in regola, sulle strade del capoluogo. Nomi e cognomi di salernitani che commettevano infrazioni a raffica perché nascosti dietro la proprietà delle auto intestate ai cari estinti. «Ripristiniamo un principio di legalità e di rispetto per l’intera cittadinanza – commenta Bruscaglin – chi ha trasgredito dietro l’intestazione di un veicolo intestato a un proprio parente scomparso è giusto che paghi le sanzioni, le indagini in ogni caso non si fermano qui».