Dichiarazione dei redditi – La correzione può avvenire anche in sede di giudizio
E’ destinata a fare giurisprudenza una recente ordinanza della Cassazione in materia di errori nella dichiarazione dei redditi. Riguarda una società cooperativa della Campania, che era stata condannata dalla commissione tributaria regionale a pagare una cartella fiscale, vedendosi esclusa dalla possibilità di emendare in fase di contenzioso gli errori commessi nella dichiarazione
Non la pensano così i giudici della Cassazione, sesta sezione civile, che pochi giorni fa hanno emesso in proposito l’ordinanza numero 22443/2015. Per gli ermellini, infatti, «la dichiarazione dei redditi del contribuente affetta da errore commesso dal dichiarante, sia esso di fatto che di diritto, è emendabile anche in sede contenziosa, quando dalla medesima
possa derivare l’assoggettamento del dichiarante ad
oneri contributivi diversi e più gravosi di quelli che
sulla base della legge devono restare a suo carico».
Il provvedimento accoglie proprio quanto richiesto da quella cooperativa, nel cui ricorso alla Cassazione si contestava il fatto che la CTR non si fosse uniformata su questo punto ai
principi giurisprudenziali già in precedenza espressi proprio dalla Cassazione e favorevoli alla possibilità di correggere la dichiarazione nel corso del giudizio.
Il motivo per cui la dichiarazione dei
redditi è emendabile anche in sede di giudizio sta nel fatto che non si tratta di un atto negoziale e dispositivo, ma essa «reca una mera esternazione di scienza
e di giudizio, modificabile in ragione dell’acquisizione di nuovi elementi di
conoscenza e di valutazione sui dati riferiti». Inoltre, qualora non venisse consentita tale rettifica, si configurerebbe un indebito prelievo fiscale, che contrasta con i principi costituzionali della
capacità contributiva (articolo 53 della Costituzione, comma 1) e dell’oggettiva
correttezza dell’azione amministrativa (articolo 97).