Dichiarazione dei redditi, la denuncia dei Caf: ‘In 5 anni persi oltre 1000 euro’
Dal 2007 al 2012 i redditi degli italiani sono diminuiti di quasi il 6%, per una perdita in media di oltre 1000 euro. Ad affermarlo è un’indagine della Cisl che ha analizzato i circa 2,7 milioni di 730 affluiti ai propri Caf; poco meno del 20% del totale che ormai sfiora i 17 milioni di dichiarazioni dei redditi.
La Cisl punta il dito contro il fiscal drag, il drenaggio fiscale che provoca l’aumento dell’imposizione fiscale dovuto ad una crescita solo nominale delle ‘buste paga’. Secondo lo studio del sindacato, infatti, il fiscal drag ha tagliato il 5,83% del reddito per una perdita complessiva di 1.040 euro.
A farne maggiormente le spese i lavoratori, soprattutto quelli dipendenti, e quelli tra i 29 e i 50 mila euro l’anno per i quali la perdita supera il 6%. “Marginalmente toccati”, invece, sia i contribuenti all’interno della no tax area che i redditi alti e medio alti: sopra i 55 mila euro, si legge ancora nel dossier Cisl, “l’entità del fenomeno risulta contenuta ed è minima per i redditi superiori a 155 mila euro all’anno”.
A questo si somma, per il sindacato, anche “l’insufficiente crescita del reddito reale” che non riesce a compensare l’aumento dell’imposta netta. L’analisi Cisl mette in evidenza anche la “maggior incisività” dell’Irpef, rispetto a Iva e Imu, sulle famiglie con redditi superiori a 15 mila euro lordi. Fra le diverse imposte, infatti, è l’Irpef quella che incide maggiormente sul reddito delle famiglie (17,6%); seguono l’Iva (8,7%) e l’Imu (poco meno dell’1%).
Sommando le tre imposte e rapportandole al reddito complessivo si disegna, per il sindacato, un andamento a U: molto elevato per i redditi fino a 7.500 euro lori annui; scende a valori minimi per quelli tra i 7.500 e i 15 mila; e diventa di nuovo crescente, trascinato dall’Irpef, fino al 40% di aliquota media, per i redditi più elevati, sopra i 15 mila euro. E siccome, il drenaggio fiscale riguarda le sole imposte sui redditi e non anche l’Iva, l’impatto dell’Irpef sul reddito disponibile complessivo “diviene ancora più consistente”.
Il reddito complessivo dei contribuenti tra il 2011 e il 2012 è salito dell’1,6% ma il contestuale aumento delle tasse, soprattutto delle addizionali comunali e regionali, aumentate in un anno del 6%, e rispetto al 2010 del 31,2%, ha annullato quasi del tutto il beneficio.
“Molto forte è l’incremento delle addizionali comunali e regionali, – spiega lo studio – il loro ammontare complessivo, nel 2012, è in media di 408 euro: in crescita di circa il 6% rispetto al 2011 e di oltre il 31,2% rispetto al 2010. Il contemporaneo aumento di Irpef e addizionali in proporzione maggiore rispetto ai redditi complessivi rende perciò quasi nullo l’incremento dei redditi disponibili 2012 rispetto agli anni precedenti: +1,22% sul 2011 e +1,51% sul 2012”. (Adnkronos)