Dichiarazione dei redditi – Occhio agli errori più comuni
Il commercialista non risponde nemmeno al telefono tanto è oberato per la caterva delle dichiarazioni dei redditi? Capita sempre, in questa stagione: per quanto ci si proponga ogni anno di non ridursi all’ultimo momento, alla fine sono tanti gli italiani che affollano gli studi di consulenza all’approssimarsi della scadenza. Ecco allora una breve guida elaborata da noiconsumatori.it, una sorta di vademecum per salvarsi dagli errori più comuni e dalle dimenticanze più frequenti.
PRIMO – LE PROPRIETA’ IMMOBILIARI
Molti proprietari di immobili non dichiarano i canoni di fitto non percepiti da inquilini morosi. E’ bene sapere che, se non esiste ancora la convalida di sfratto al momento della dichiarazione dei redditi, tali entrate vanno comunque dichiarate, anche se in realtà non incassate. «Si tratta – commentano i legali di noiconsumatori.it – di una prassi che consideriamo vessatoria nei confronti del contribuente, tuttavia conviene indicare queste situazioni per evitare contenziosi anche salati con l’Agenzia delle Entrate. Naturalmente siamo in campo per evitare simili, assurde imposizioni, come dichiarare incassi in realtà mai percepiti». Sempre per quanto riguarda gli immobili, i fortunati che possiedono case all’estero non devono dimenticare di indicarli, in quanto sottoposti agli obblighi di monitoraggio.
SECONDO – LE DETRAZIONI PER LA FAMIGLIA
Altro frequente errore è quello di continuare a considerare un figlio a carico, beneficiando delle detrazioni forfettarie e di quelle collegate alle spese detraibili per lui sostenute, anche quando il giovane abbia conseguito nel corso dell’anno un reddito complessivo lordo superiore a 2.840,51 euro. Una somma irrisoria, che ovviamente non basta nemmeno per alimentarsi. Eppure, in questo caso, per l’implacabile fisco italiano scattano sanzioni e interessi a carico del contribuente. Sempre restando “in famiglia”, ricordate che è possibile evidenziare le spese sostenute per la frequenza di scuole primarie o secondarie dei figli a carico. Quest’anno, anzi, c’è una novità, perché nel novero delle detrazioni sono state inserite anche le spese delle scuole del primo ciclo di istruzione e le secondarie, compresi gli asili nido.
TERZO – NON DIMENTICATE I CREDITI – Sembra impossibile, eppure sono tanti gli italiani che dimenticano di evidenziare tutti gli utilizzi dei crediti d’imposta dell’anno precedente non chiesti a rimborso, ma utilizzati in compensazione per il pagamento di altri tributi. Non fatelo: vi potrebbe costare caro!
QUARTO – SE AVETE CAMBIATO LAVORO ricordate che per il fisco siete obbligati ad informare l’ultimo datore di lavoro dei redditi da lavoro già conseguiti nel corso dell’anno e a chiederne il conguaglio in busta paga. Se i redditi non vengono sommati c’è il rischio che vengano applicate aliquote Irpef più basse e si gode di detrazioni più alte di quelle spettanti. Il risultato sono spiacevoli conguagli e multe salate.