Dipendenti statali, si gonfiano le buste paga: tornano i premi produttività
Forse, finalmente, dopo tanta attesa, gli statali avranno i soldi che gli erano stati tolti dalla busta paga.
Parliamo dei premi di produttività che il governo aveva tagliato con la
manovra finanziaria dello scorso anno, poi si era impegnato a
restituirli ma la promessa ancora non è stata mantenuta. Dopo mesi di
polemiche e rivendicazioni sindacali, ora il ministero dell’Economia
sembra orientato a restituire i soldi, ma non tutti. Bisognerà
stabilire in che percentuale, forse l’80%, forse il 60%, forse anche
meno.
Le cifre. Il taglio introdotto l’anno scorso sui fondi per la
produttività incide pesantemente sulle buste paga degli statali. Il
danno economico è distribuito in misura molto diversa a seconda
dell’amministrazione di appartenenza. Ci sono dipendenti che vengono
colpiti per somme consistenti: alle agenzie fiscali un impiegato medio
perde circa 5 mila euro lordi annui, all’Inps quasi 6 mila euro, più o
meno lo stesso al ministero dell’Economia, al ministero della Salute si
arriva addirittura a 10 mila euro lordi. Per un insegnante della scuola
o per un dipendente di un ente di ricerca invece la decurtazione è
quasi inavvertibile.
Dove recuperare i soldi. Per riportare integralmente nelle buste
paga i soldi tolti il Tesoro dovrebbe spendere oltre mezzo miliardo di
euro. Nel frattempo però è stata fatta una ricognizione delle risorse
disponibili nelle singole amministrazioni. La maggior parte della spesa
infatti riguarda amministrazioni che hanno loro entrate autonome; per
esempio le agenzie fiscali (che raccolgono le tasse), o gli enti
previdenziali (che incassano i contributi). E siccome nel 2008 (l’anno
a cui fanno riferimento i premi in questione) tasse e contributi hanno
dato un ottimo gettito, al Tesoro hanno visto che in effetti qualche
euro da spendere ci sarebbe. E le amministrazioni che invece non hanno
finanze proprie, come la maggior parte dei ministeri? Quelle hanno
pochi dipendenti, e l’importo complessivo da restituire non è enorme.
Quanto restituire. Se le risorse venissero reintegrate subito,
tutta la vicenda si chiuderebbe senza che i dipendenti neanche si siano
accorti del taglio: i premi vengono pagati perlopiù a fine anno, e nei
pochi posti dove invece vanno erogati subito (in particolare l’Inps) i
soldi sono stati provvisoriamente anticipati dall’amministrazione in
attesa delle decisioni del governo. È escluso però che le cifre
rientrino negli stipendi tutte intere. Ci sarà sicuramente una
riduzione, la cui entità è da definire in sede politica: Tremonti ne
discuterà con gli altri ministri, a cominciare da Brunetta. In ogni
caso il decreto dello scorso anno prevedeva che quei fondi, dopo la
cancellazione totale del 2009, venissero alleggeriti del 20% a partire
dal 2010, e questa decisione sarà probabilmente confermata. Inoltre
resta in vigore il taglio generalizzato del 10% previsto per altri
fondi, anche quelli destinati ai premi di produttività, e che
riguardano indistintamente tutti i dipendenti statali.
Il decreto anticrisi. Alla Camera procede l’esame del decreto
detto “anticrisi”, che contiene anche diverse novità per il pubblico
impiego. Oggi in commissione l’opposizione promette di dare battaglia,
in particolare sullo scudo fiscale e sulle misure pensionistiche.