Diritto alla casa: Italia sotto accusa all’Onu
L’articolo 10 della Costituzione Italiana stabilisce che l’ordinamento giuridico Italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Poiché L’Italia ha ratificato il Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali con la legge 25 ottobre 1977, n. 881, questo è diventato una legge dello stato. In particolare, è norma di legge l’articolo 11 del Patto laddove “ gli Stati riconoscono il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per se e per la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario, ed alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Gli Stati parti prenderanno misure idonee ad assicurare l’attuazione di questo diritto……” L’Italia ha quindi l’obbligo legale, non solo morale e politico, di attuare politiche rispettose del diritto alla casa. L’attuale situazione lascia infatti senza nessuna protezione quasi il 90% delle oltre 600.000 famiglie con sfratto pendente. Durante l’anno in corso sono scaduti circa un milione di contratti di locazione e non è chiaro ancora quanti fra essi potranno essere effettivamente rinnovati, visto i livelli raggiunti dagli attuali canoni di locazione. Se è vero che circa 80% delle famiglie possiede una casa di proprietà è pur vero che il restante 20% quelle 4 milioni e passa di famiglie italiane fanno i salti mortali per cercare di conciliare uno stipendio o una pensione miserando con un affitto folle. Se guardiamo agli alloggi pubblici vediamo che l’Italia ne ha 750.000 contro i circa 3 milioni e mezzo della Francia che nei prossimi 5 anni ne costruirà 100.000 l’anno, in testa la Germania con nove milioni di alloggi pubblici. Sotto accusa sono la mancata protezione degli sfrattati, le politiche di privatizzazione e liberalizzazioni del settore abitativo. Già nel 1993 l’Unione inquilini presentò un primo dossier all’ONU paventando i rischi derivanti dai patti in deroga e dalle privatizzazioni allora agli albori. In quell’occasione il Comitato ONU accolse le critiche dell’Unione Inquilini, censurando l’Italia e richiamando il nostro Paese ad attuare politiche abitative rispettose del diritto alla casa. A distanza di molti anni la situazione è invece peggiorata, tanto che nel dicembre 2003 il Comitato ONU chiese all’Italia cosa intendesse fare per gli sfrattati e per il crescente numero dei senza tetto. Per questo le proposte giunte al Comitato ONU sono: “ prorogare tutti gli sfratti, almeno fino al passaggio da casa ad altra casa adeguata; reintrodurre il controllo pubblico del settore locativo per calmierare i canoni e dare sicurezza abitativa, promuovere una vera politica di edilizia sociale. Se il Governo Italiano dovesse continuare a violare la normativa verrà allertato il Comitato ONU sugli sfratti affinché svolga una missione di controllo in Italia. Gli sfratti in Italia violano la legalità, poiché apparentemente rispettano la normativa vigente, in realtà violano profondamente i seguenti articoli della Costituzione Italiana: �� art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, e il diritto alla casa è ricompreso nel diritto alla vita. �� art. 3: compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. A fronte della gravità del problema l’Italia, al contrario, diminuisce l’impegno pubblico nel settore abitativo. �� art. 32 : la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La minaccia di perdere l’alloggio, oppure il subire uno sfratto, sono motivi di sofferenza fisica e psichica. �� art. 42: la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti, allo scopo di assicurarne la funzione sociale. La mancata proroga degli sfratti annulla la funzione sociale della proprietà immobiliare. In fine il 18 dicembre 2003, il Comitato ha presentato una lista di richieste, in concomitanza con la valutazione del quarto rapporto periodico, riguardante i diritti garantiti dagli articoli 1-15 del Patto Internazionale dei Diritti Economici, Culturali e Sociali (E/C.12/4/Add.13), che fù discusso nel corso della 33° sessione del Comitato (Ginevra, 8-26 novembre 2004) in particolare, il Comitato a chiesto: �� (Il Governo) spieghi quali sono le modalità di esecuzione degli sfratti. �� Secondo il rapporto statale italiano, il numero esatto delle persone senza casa non può essere accertato. Tuttavia, uno studio ad hoc realizzato nel 2000 stima il loro numero in 17.000. ( Il Governo) fornisca i dati, disaggregati per sesso, età, origine etnica, delle persone senza casa ed indichi che misure sono state introdotte per fronteggiare questo problema. Queste domande sono ancora senza risposta. La condizione abitativa in Italia è infatti caratterizzata dalla totale assenza di una politica nazionale unitaria che ha condotto alla formazione di un mercato locativo non controllato dove anche per motivi speculativi, la domanda supera l’offerta, e il prezzo dei canoni di locazione è in aumento costante. D’altro canto, l’edilizia sociale pubblica Italiana è tra quelle meno sviluppate in Europa.
sentenza