Disocccupazione e imprese in fallimento in aumento a Napoli
La crisi finanziaria ed economica
internazionale, nel 2008, si è fatta sentire pesantemente sul sistema
imprenditoriale di Napoli e della sua provincia. Tutti i settori hanno
segnato una marcata riduzione del numero delle imprese: si interrompe
così la crescita demografica delle aziende che aveva caratterizzato il
territorio della provincia di Napoli per oltre un quinquennio. Calano
le nuove iscrizioni (-8%), aumentano le cancellazioni (+4%). In
controtendenza, invece, le imprese femminili (+3,7%) e gli imprenditori
extracomunitari, +6,5% rispetto al 2007. Sono alcune delle indicazioni
del ‘Rapporto sulla provincia di Napoli redatto dalla Camera di
Commercio di Napoli in occasione della settima Giornata dell’economia
promossa da Unioncamere e in programma venerdì prossimo 8 maggio, alle
ore 10, nella sede dell’ente camerale partenopeo con la partecipazione
del presidente nazionale, Andrea Mondello. Secondo Gaetano Cola,
presidente della Camera di Commercio di Napoli e di Unioncamere
Campania, «l’attuale crisi economica ci impone di intensificare la
nostra attività in favore dell’economia soprattutto sollecitando gli
enti preposti all’attuazione dei progetti riguardanti Bagnoli, Napoli
est, porti, centro storico e, ancora, accesso al credito e vivibilità
cittadina, temi sui quali da tempo siamo impegnati». Un appello al
governo viene lanciato per ottenere «subito misure di compensazione
fiscale e di agevolazioni per l’accesso al credito». Il tasso di
disoccupazione nell’area napoletana supererà il 17% nel corso del 2009.
Durante l’anno trascorso il tasso di senza lavoro è arrivato al 13,8%:
a Napoli il tasso di disoccupazione è quasi tre volte e mezzo più
elevato di Milano. Nei primi tre mesi di quest’anno, inoltre, il
ricorso alla cassa integrazione è aumentato di ben il 168%. Nel 2008,
inoltre, l’export diminuisce di oltre tre punti rispetto al 2007. In
brusca frenata (-2%) il valore aggiunto pro capite partenopeo rispetto
al 2007. Un boom si registra per i fallimenti: più 45,9 per cento in un
anno. Un valore «drammaticamente superiore» all’analogo dato nazionale
(+2,2%). Le cambiali continuano a essere i titoli protestati più
diffusi, con un incremento dell’8,8% mentre sono in flessione gli
assegni scoperti (-6,8%). Su un fronte importante per napoli e la sua
area, quello dell’arrivo dei turisti, si registra un calo del 7% che
arriva al 13,2 se si considera la componente straniera. Secondo lo
studio, ha inciso negativamente l’emergenza rifiuti. Capitolo
preoccupante quello che riguarda il numero di studenti della secondaria
di secondo grado che hanno abbandonato gli studi: la Campania risulta
ai primi posti per numero di abbandoni per ogni 100 iscritti delle
superiori (2,1%) ma la situazione è ancora più grave per Napoli (2,6%)
dove si raggiungono livelli altissimi di dispersione scolastica,
accentuati nel corso del primo anno. Secondo quanto sottolinea la
Camera di Commercio di Napoli «la dispersione e l’abbandono producono
nel nostro territorio un’elevata incidenza di giovani forniti di sola
licenza media inferiore, ormai fuori dai circuiti di formazione,
fortemente emarginati dal mercato del lavoro ed a grave rischio di
esclusione sociale».