Dissenso del mondo universitario: in piazza contro il Ddl Gelmini
Domani la Camera dei Deputati dovrebbe dare il via libera definitivo al Ddl Gelmini che riforma il sistema universitario e quello della ricerca. Da alcuni giorni studenti e professori protestano per impedirlo, oggi la situazione si è fatta particolarmente incandescente.
Da questa mattina, infatti, in tutta Italia, si stanno svolgendo cortei, manifestazioni, sit-in, occupazioni, per gridare il dissenso contro un provvedimento che, a detta dell “Unione Italiana Universitari”, “distrugge l’Università e la ricerca con il taglio dei fondi e le privatizzazioni”.
L’iniziativa del Ministro dell’Istruzione, elaborata in concerto con Tremonti, Brunetta e Meloni, prevede invece una riorganizzazione strutturale degli Atenei, con accorpamenti, fusioni, razionalizzazioni e la possibilità di ingresso, nella proprietà degli stessi, di fondazioni private. Inoltre si va verso una riduzione del peso delle rappresentanze studentesche all’interno degli organi decisionali universitari. Di fondamentale importanza il passaggio che prevede la non rieleggibilità dei rettori dopo due mandati.
Il grosso delle agitazioni si concentrano, per ora, a Roma, Palermo e Torino. Nella capitale è tutt’ora in corso un sit-in davanti al Parlamento, con lancio di uova contro la facciata di Palazzo Madama e tentativi, da parte di alcuni studenti, di forzare i blocchi delle forze dell’ordine. Il Senato ha già approvato il ddl in questione l’estate scorsa.
Nel capoluogo siciliano, invece, sono ben 16 gli istituti superiori occupati, unitamente alla facoltà di Lettere e Filosofia, mentra a Torino sono paralizzate anche Giurisprudenza e Scienze Politiche, ed 8 ricercatori sono, da ieri pomeriggio, sul tetto di Palazzo Nuovo. Secondo i partecipanti alla protesta poi, sarebbero ben 50, attulamente, gli Atenei coinvolti nelle occupazioni.
L’UDU ha rivolto un accorato appello ai parlamentari: “Tutte le forze politiche presenti in Parlamento si devono rendere conto che in questa partita in gioco non c’è il risultato delle percentuali delle prossime elezioni politiche, ma il futuro del Paese.” Poi il pugno duro: “Se questo ddl passa bloccheremo il paese partendo dall’università”.