Divorzio, il miglioramento delle condizioni dell’"ex" non basta a dare alla moglie il diritto all’assegno
Il miglioramento delle condizioni dell’ex marito
non basta da solo a far scattare il diritto all’assegno in favore della
moglie. Niente automatismi tra l’incremento patrimoniale del coniuge
dopo la fine del matrimonio e il riconoscimento del mantenimento
originariamente non richiesto. Lo stabilisce l’ordinanza 553/10 della
Cassazione.
Il caso
E’ stato respinto il ricorso di
una ex moglie contro la sentenza d’appello che le aveva negato il
diritto a percepire l’assegno di divorzio, a cui in sede di giudizio
aveva rinunciato. L’incremento patrimoniale del coniuge, infatti, si
era verificato solo dopo la fine della convivenza matrimoniale. Senza
dimenticare, poi, che la donna non aveva subito un peggioramento delle
sue condizioni di vita, mantenendo quel tenore di cui aveva goduto
durante il matrimonio. Non c’è alcun automatismo fra i miglioramenti
della situazione economica dell’obbligato verificatisi dopo il divorzio
e il riconoscimento dell’assegno all’ex coniuge. Se il reddito del
coniuge aumenta è necessario valutare «se siano suscettibili di
assumere rilievo alla stregua del criterio legislativo dell’esistenza
di giustificati motivi di riconoscimento dell’assegno originariamente
non richiesto, nel quadro di una rinnovata valutazione comparativa
della situazione reddituale delle parti».