Donna muore dopo il parto: ora l’autopsia stabilirà le vere cause del decesso
Un dolore immenso e nessuna spiegazione.
Un baratro che non si può colmare e, al momento, nessuna spiegazione
scientifica di una fine atroce. È il dramma di Anna Civitelli, morta a
35 dopo aver partorito con un cesareo senza alcuna complicazione il
piccolo Gabriele, il suo secondo figlio, nella clinica Villa Cinzia (cfr. art. Napoli, partorisce, muore 8 ore dopo, a causa di un’ emorragia). La sua cartella clinica, su disposizione della Procura, dopo la
denuncia dei familiari, è stata portata via dagli agenti del
commissariato San Paolo (diretto dal vicequestore Alberto Francini) da
Villa Cinzia, appena un’ora dopo la morte di Anna. La salma della
donna, nella tarda serata di venerdì, è stata trasportata al
Policlinico in attesa dell’autopsia.
La famiglia, rappresentata
dallo studio legale Della Pietra, nominerà un perito di parte.
«Vogliamo solo capire perché Anna è morta. Se è stato fatto davvero
tutto per salvarla e se c’è stata imperizia da parte di chi ha eseguito
l’operazione. Stava bene venerdì mattina quando è arrivata in clinica.
Era felice di dare un fratellino a Pasquale, il nostro primo figlio di
5 anni e mezzo», racconta tra le lacrime, il marito di Anna, Ciro
Santoro.
«Non riesco nemmeno ad entrare in casa – dice Ciro –
avevamo riattintato tutta la casa per il nuovo arrivo. Comprato il
corredino per Gabriele. Anna e Pasquale avevano scelto insieme il nome.
Che strano, a pensarci, proprio quello di un angelo…».
Il
fratello di Ciro, Antonio, e sua moglie Ezia si sono presi cura di
Pasquale in questi giorni. «Non si può morire a 35 anni di parto – dice
Antonio – Anna non soffriva di nulla, aveva fatto tutti i controlli, ed
era felice per l’arrivo del bambino – poi aggiunge -. Ci hanno lasciato
per ore ad aspettare senza che nessuno ci dicesse nulla della gravità
della situazione. Vedevamo solo i medici portare dentro tante sacche di
sangue».
«L’ho vista strana in viso dopo il parto – dice Ciro –
mi ha detto che aveva il vomito ma non pensavo fosse così grave». Nella
casa al corso Secondigliano arriva anche Ida, la mamma di Anna, una
piccola donna distrutta dal dolore: «Mi ha detto mamma, aiutami, sto
male, sto sudando, non vedo più nulla. Ho tanto male alla pancia. E io
non sapevo che fare, come aiutarla. L’ho qui davanti agli occhi, con
quel suo bel viso gonfio, distorto da una smorfia di dolore. Non
sembrava stesse così male. Mi hanno detto che poteva avere un po’ di
liquidi dopo due ore e così stavo andando a prenderle qualcosa quando
ha iniziato a stare male. Ho chiamato il medico che le ha fatto una
flebo e mi hanno detto che aveva la pressione bassa. All’improvviso –
aggiunge scoppiando in lacrime – ha iniziato ad avere dolori appena le
sfioravano la pancia che ha iniziato a gonfiarsi e a muoversi
ballottando. Poi è accaduto tutto in un attimo. L’hanno portata giù e
non l’ho più vista viva».
Drammatico anche il racconto dei medici:
addolorati e vicini alla famiglia in questo momento di dolore. Anche
noi attendiamo l’esito dell’autopsia per capire cosa è accaduto». I
medici della clinica di via Epomeo ricostruiscono le ultime ore di vita
di Anna. La donna è entrata in sala operatoria alle 10, un’ora più
tardi era in camera. «Non ho eseguito io l’intervento ma ho preso
informazioni dalla cartella clinica – chiarisce Vittorio Di Maro,
coordinatore della stuttura di ginecologia e ostetricia – la donna era
in buone condizioni, era alla sua terza gravidanza e il parto è
perfettamente riuscito».
All’improvviso Anna ha avuto un malore,
uno choc emorragico. Erano le 12.45. «Dieci minuti dopo la paziente era
già stata trasportata di nuovo in camera operatoria – aggiunge Di Maro
– l’assistenza è stata tempestiva». E per oltre quattro ore, ginecologi
e chirurghi hanno tentato di bloccare la violenta emorragia. Alla donna
è stata asportata la milza. «Dopo circa due ore sembrava che le sue
condizioni fossero migliorate – spiega il coordinatore sanitario della
clinica, Bruno De Filippo – e invece si sono verificati problemi di
coagulazione del sangue. A un certo punto le trasfusioni si sono
rivelate inefficaci».
Solo l’autopsia potrà chiarire la causa
della morte. «Probabilmente – aggiunge Di Maro – l’emorragia è stata
provocata dalla rottura di un vaso sanguigno. Questo tipo di
complicanze non sono prevedibili e sono rarissime, ma purtroppo
esistono».
Morte a villa Cinzia Perchè non comunicate il nominativo del medico che ha eseguito l’operazione?
morte a villa cinzia e’ giusto che si sappia il nome del dottore coinvolto
morte a villa cinzia conoscevo anna e il suo bellissimo primogenito pasquale…erano cosi uniti…dio che ytragedia,che giustizia sia fatta!Anna ci mancherai!
morte a villa cinzia assolutamente non credo che sia colpa del dott di maro..e il mio ginecologo e per me e una persona straordinaria….