Draghi: altri tagli o inevitabili più tasse. Tremonti: la manovra sarà rafforzata
«Il decreto per il pareggio di bilancio sarà rafforzato su tutto il quadriennio e approvato entro venerdì». Lo ha affermato il ministro dell’economia Giulio Tremonti.
Tagliare la spesa o un nuovo aumento della tasse sarà inevitabile, dice intanto il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, che chiede poi alle forze politiche «un intento comune, al di là degli interessi di fazione» e tempi rapidi per definire le misure necessarie per arrivare al pareggio di bilancio.
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) promuove l’impegno dell’Italia a ridurre il deficit sotto il 3% nel 2012 e vicino alle zero nel 2014, ma avverte: la crescita è debole. E invita Roma ad andare avanti con il «risanamento di bilancio per ridurre l’elevato debito pubblico, mantenere stabile il settore finanziario e rafforzare il potenziale di crescita con riforme strutturali». Intanto il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli dice: «Chi fa nomi mente», riferendosi alle notizie apparse sulla stampa circa un piano di privatizzazioni dettagliato, con tanto di nomi delle società coinvolte (ad esempio Eni, Enel e Finmeccanica) che confluirebbe nella manovra.
Dopo il saliscendi di ieri, e all’indomani del sì bipartisan per tempi brevi alla manvora, in rialzo la Borsa di Milano, mentre continua il calo del differenziale tra Btp e Bund tedeschi sceso sotto quota 270 dopo il picco di 353 punti di ieri, record dalla nascita dell’euro.
Tremonti: non mi dimetto. Il decreto che contiene la manovra, ha poi aggiunto il ministro smentendo quindi l’ipotesi di dimissioni, sarà «accompagnato da chi si è preso la responsabilità di presentarlo. Mi hanno consigliato di citare Tito Livio: “Hic manebimus optime” (Qui staremo benissimo)». «Mi hanno detto che è meglio non parlare, ma lavorare in Parlamento», e per parlare «è meglio, è più ottimo a mercati chiusi», aveva detto Tremonti aprendo il suo intervento all’assemblea dell’Associazione bancaria italiana (Abi). «Tutti i fattori di crisi sono ancora fra noi. Sono stati persi tre anni. Nulla è stato fatto di quello che andava fatto», ha continuato.
Il problema del balzo dei premi di rendimento è un problema «non del singolo Stato, ma della struttura complessiva» dell’Europa,ha detto ancora il ministro dell’Economia. «In discussione non c’è un solo Paese ma l’idea stessa di Europa. Cosa è e dove va», ha continuato Tremonti. Che ha aggiunto: «La speculazione è un fattore importante, ma il fattore politico è la fiducia».Tremonti ha evidenziato che «più o meno in questo momento c’è sotto pressione il 40% dell’area Euro». Questo «non per dire che si tratta di un male comune» e «non per liberarsi di responsabilità» ma per focalizzare il problema in maniera corretta.
Draghi: tagliare la spesa o aumento tasse inevitabile. Il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-14, se non si incide anche su altre voci di spesa, «non potrà evitare un aumento delle imposte», rileva il governatore della Banca d’Italia nel suo intervento all’assemblea dell’Abi.
«Occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014 a questo soprattutto guardano i mercati», sottolinea poi Draghi. «Dobbiamo trovare un intento comune, al di là degli interessi particolari e di fazione. Dobbiamo riscoprire un agire per il bene comune».
Alla correzione degli squilibri di finanza pubblica «si deve accompagnare un innalzamento del potenziale di crescita della nostra economia, mediante la messa in campo tempestiva di politiche strutturali incisive e credibili», osserva quindi il governatore della Banca d’Italia.
L’Italia può far leva su «fattori favorevoli» per «procedere nell’azione di risanamento dei conti pubblici e superare l’emergenza che oggi minaccia le prospettive dell’economia», ha detto ancora il governatore della Banca d’Italia, spiegando che «beneficiamo di un indebitamento del settore privato e di un debito netto complessivo del paese verso l’estero entrambi contenuti».
Le banche italiane «si sono preparate per tempo, come avevamo chiesto, agli stress test europei» e «siamo certi che saranno ampiamente al di sopra del limite di riferimento, pari al 5% del core tier 1», sottolinea poi Draghi, aggiungendo che gli istituti italiani «hanno dimostrato e continuano a dimostrare capacità di resistenza e di reazione in tempi gravi».
«La situazione impone decisioni rapide e coraggiose», aveva già detto il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato a Palazzo Madama sul decreto legge manovra. «Il decreto legge in discussione in Parlamento – ha aggiunto Visco – accelera il processo di riduzione del debito, il cui avvio è previsto nel 2012, permette il sostanziale conseguimento dell’obiettivo di disavanzo fissato per il 2013, riduce ulteriormente lo squilibrio nell’anno successivo, portandolo a circa l’1% del prodotto».
Fmi: ripresa debole. «L’Italia sta sperimentando una ripresa debole spinta dalle esportazioni – dice il Fmi – La priorità è rafforzarala. L’economia è cresciuta dell’1,3% nel 2010, meno della media dell’1,7% dell’area euro. Il trend è continuato nella primo trimestre. La domanda interna resta debole. Le spese delle famiglie sono caute con l’aumento della disoccupazione e il calo del reddito disponibile. Gli investimenti sono saliti significativamente nella prima metà del 2010 ma si sono indeboliti con la fine degli incentivi a giugno. Le autorità hanno raggiunto in modo facile i target di bilancio del 2010. Il deficit è sceso dal 5,3% del 2009 al 4,5% del 2010, ben al di sotto del target del 5%. Il miglioramento riflette una buona performance delle entrate e contenute spese di bilancio. L’aumento delle imposte indirette ha bilanciato il calo delle entrate di capitale» osserva il Fmi. «Il positivo trend di bilancio è continuato nei primi mesi del 2011». «La crescita – sostiene il Fmi – va alimentata con riforme che affrontino la bassa produttività, l’inefficiente settore pubblico e il divario fra il nord e il sud».
«Il debito pubblico italiano è elevato e lo resterà a causa di ostacoli strutturali di lunga data. L’obiettivo deve essere quello di continuare il risanamento di bilancio per ridurre l’elevato debito pubblico, mantenere stabile il settore finanziario e aumentare il potenziale di crescita con riforme strutturali – dice ancora il Fondo -. L’impegno delle autorità a ridurre il deficit sotto il 3% nel 2012 e vicino allo zero nel 2014 è positivo. Il recente pacchetto di misure di medio termine è un importante passo in avanti per rendere questi obiettivi raggiungibili. L’attuazione del pacchetto è essenziale. L’intenzione del governo di intraprendere un’ampia revisione delle spese pubbliche è incoraggiante. La revisione dovrebbe tradursi in un calo delle spese e in un miglioramento dell’efficienza del settore pubblico. Il sistema fiscale dovrebbe essere semplificato per supportare la crescita e la revisione in corso da parte del governo dei regimi fiscali è positiva. Sono necessari progressi sulle riforme strutturali: un ampio pacchetto di riforme è necessario per aumentare ulteriormente la produttività e rafforzare il potenziale di crescita».